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dello stesso sangue, natale duemilatredici _

Non sempre il ghiaccio esce freddo_

La chiamavano Blue, ma non era il suo vero nome. A lei non importava, tanto nemmeno li stava ad ascoltare.
Sia chiaro, capiva tutte le lingue del mondo, ma in fondo non le interessava; quando dentro si hanno mille fili sottili che formano un complicato intreccio, ascoltare gli altri diventa difficile. La sensazione, probabilmente, è quella di un bisbiglio costante, volendo anche dolce, ma sempre presente.
Blue aveva fatto di quello la sua compagnia, perché oltre ai mille fili aveva l'anima dall'aspetto di un iceberg con solo una piccola e scintillante punta visibile, il resto era relegato nell'oscurità che l'acqua sa offrire.

Ma ancora non vi abbiamo raccontato la sua storia: Blue era bella, rispecchiava l'eleganza del ghiaccio, espressa in modi educati e una gentilezza distaccata, sembrava irraggiungibile. Non saprei parlarvi delle sue giornate, ma cercherò di trasmettervi la sensazione di averla nella propria vita.

Io l'ho conosciuta in un momento in cui le cose non mi erano ancora troppo chiare, del mondo ancora non sapevo nulla, ma sono sicura di averla sempre avuta accanto, in fondo è una storia di presenze effimere, non certo di contatti travolgenti. Dovete immaginare delle fiammelle azzurrognole sospese e danzanti in un bosco di nebbia, a primo impatto freddo, ma avvolgente in ogni sua parte.
Beh, in questo bosco si svolgono le mie vicende con Blue, fatte di giochi seri, una rarefatta spensieratezza e rocce dure, su cui le ginocchia si sbucciano sovente, ma mai accompagnate da lacrime ai bordi degli occhi, era richiesta troppa forza ad un animo così complicato.
Però anche dal ghiaccio escono sculture mozzafiato, bisogna solo saperlo levigare, sciogliere i punti giusti ma senza esagerare, in modo da non farlo sparire; e a chi crede nelle fiabe, sa che il luogo più magico di tutti è sempre quello più nascosto e difficile da raggiungere, ma l'unico che sa condurre al lieto fine (ma qui non aspettatevelo, perché questa storia non avrà una conclusione).

Finito il tempo dei giochi, ho iniziato ad osservare come Blue si muoveva nel mondo, ma la fatica che il labirinto interiore le richiedeva è sempre stata superiore, fili rossi ovunque: un gran casino.
Proprio come questa storia, non si capisce niente, quindi facciamola finita, almeno a parole si intende. L'unica cosa che posso ancora dirvi è che spero davvero che un giorno la incontriate; come farete a riconoscerla? Sarà come la fittizia sensazione di calore che si avverte sulla mano quando resta incollata al ghiaccio, da morir dal ridere!
Non state a chiamarla per strada, tanto non vi degnerà di uno sguardo, ma voi non staccatele gli occhi di dosso, perché solo così capirete quante cose stupende questo mondo è in grado di generare.


E se le trovate un nome migliore, fatemelo sapere, così potrò cambiarlo anche in questa storia, che ora ve lo posso svelare, ha origine a Creta e si parla di principesse e amore, come ogni fiaba che si rispetti.

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