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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

Capitolo X_

Sono al giro di boa di questa nuotata senza mare. Uno dei desideri piu' potenti che il mio corpo reclama e' proprio quello di essere interamente immerso nell'acqua. Questa assenza si manifesta come un leggero dolore sulla pelle, un pizzicare che risveglia nella memoria la sensazione di galleggiare, con l'acqua nei timpani e gli occhi al cielo. Onde leggere che si infrangono su tutto il corpo rinfrescandolo fin nelle ossa.  Non mi manca ne' il cibo ne' le comodita' di casa, mi manca il respiro del corpo in immersione. Senza una reale motivazione mi sento di essere entrata in un nuovo capitolo di questo viaggio (odio usare questa parola perche' e' e non e' quello che sto facendo. Non rispecchia la mia esperienza ma maledette parole, siete sempre il solito limite). E dal momento che adoro i libri che hanno citazioni all'inizio di ogni nuovo capitolo, non saro' da meno.  Quelle che seguono sono tracce di pensatori che ho raccolto

Il Tipo_

Per la prima volta nelle mie perlustrazioni indiane, ho visitato città e monumenti famosi. Qui mi sono imbattuta in questa fauna multicolore di turisti che mi ha sorpresa, abituata come ero a stare tra capre e mucche tutto il tempo. Non so perché ma non avevo mai preso in considerazione il fatto che l'India potesse essere piena di turisti bianchicci ma dal momento che me li sono trovata davanti, non ho potuto fare a meno di analizzarli, come si fa con le nuove specie animali. Inizialmente possono apparire tutti uguali, modellati con lo stampino "India" con capelli arruffati, pantalone largo, maglia cadente e tanti gingilli a decoro; ma se osservati con maggiore attenzione rivelano sottili ma importanti differenze. Dopo attenta analisi posso riassumerli in cinque tipi: 1- Prima Volta. Riconoscibile dallo sguardo impaurito e acceso da ardente curiosità, il turista che si avventura per la prima volta in India compie una battaglia con le paure che si è portato da casa. S

Se vai tu vengo anche io_

Smentita un'altra volta. Dopo la prima e traumatica esperienza con i sovraffollati treni indiani, ammetto che provavo una certa inquietudine a dover attraversare metà paese su delle rotaie. Un po' agitata e carica di bagagli ho affrontato il primo viaggio da sola, passando la prima di una lunga serie di notti in treno. Il ritmo sferragliante dei vagoni mi ha subito raggiunta sciogliendo i nervi e le paure. Nel giro di una settimana ho cambiato una decina di mezzi di trasporto, visitato tre cittá, scampato un'infestazione da insetti (forse), raccattato due amiche in due posti diversi e lasciato una di loro verso nuove mete, dormito poco, mangiato a caso. Insomma non ho neanche più un paio di mutande pulite. Praticamente ho preso un treno diverso al giorno, per viaggi mai inferiori alle quattro ore e adesso mi ci sono affezionata. Li trovo carini e confortevoli, un po' intasati di gente e rumorosi, ma così caratteristici da diventare indimenticabili e poi, con tutte l

Momo_

Basta, io smetto di contare, ho chiuso con la matematica, è solo un'opinione come tante altre. Non serve per comprare perché il prezzo lo contratti a suon di astuzia e resistenza. Non serve per essere puntuali perché le giornate seguono il sole o l'istinto, quindi se hai un appuntamento aspetta e spera. Non serve per contare perché sulle dita delle due mani arrivano a contare fino a quaranta, mica fino a dieci come noi. Ogni dito contiene, ovviamente, quattro numeri: uno per falange più uno per la staffa. Ma soprattutto non mi serve per sapere da quanti giorni sono in questo posto. A rigor di logica infatti io sono arrivata qui il giorno di San Valentino, esattamente un mese fa. Ho sempre saputo che un mese è composto da una trentina di giorni, ognuno con la sua ventina abbondante di ore, eccetera eccetera. Eppure oggi, 14 marzo, mentre impacchetto le mie cose per ripartire, mi domando: che cosa ne è stato, che cosa ne ho fatto di questi giorni? Un lampo, un battito d'

Babel _

La storia che sto vivendo e raccontando si svolge in un bicchiere di succo di limone. Concentrato a tal punto che la sola idea di berlo provoca una contrazione dolorosa delle papille; l'aspetto non è limpido se si guarda attraverso, ma sincero e salutare. In questo succo fino ad ora hanno sguazzato principi dorati, cibi speziati e luoghi incanti, con avventure imbarazzanti ma dai toni esaltanti. In tutto questo ho sempre sentito la mancanza di un elemento fondamentale che oggi, finalmente, ho trovato in un angolo sperduto del mondo. Con urgenza e profondo amore racconto la storia di Babel, la piccola principessa dimenticata. Nel tuo nome è racchiuso il più grande e fallimentare esperimento umano, l'aspirazione al cielo e al posto degli dei. Mattone su mattone, cultura dentro cultura, hanno provato a erigere il colosso della conoscenza, accasciandosi infine su se stessi, sotto il loro stesso peso. Questo nome che porti addosso non sai neanche chi te lo ha dato, lasciata c