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Visualizzazione dei post da 2016

Still learning to love_ (Semi di Zucca)

Approccia il mondo senza giudizio Ripetiti che puoi essere meglio di così Ovunque tu sia, non ti bastare. Anche dove il mondo ti sembra più sporco, Dove l'animo umano non brilla e le unghie si sporcano, Non imparare a giudicare. Se la felicità ti sembra troppo leggera Raccogli gli scarti degli altri E portali a destinazione. Uno zaino ben fatto non pesa a lungo sulle spalle Ma le cose inutili ti faranno cadere nella via. Dillo a te stesso, ripetilo come un mantra Una preghiera che inizia al mattino E non si conclude all'aurora. Ci sono parole in avanzo per tutti. Quel che non conosci ti offende Dimostragli che non sai combattere Ascoltare non è un verbo passivo Ma l'azione più complessa da imparare. Nel mondo ci sono solo storie Un libro senza parole, Senza giudizio. 

Chi va_

In un bellissimo documentario della National Geographic si parla dell'intelligenza ancestrale degli elefanti, così antica e sincera da risultare a noi inspiegabile. Un mistero che li porta a seguire rotte senza indicazioni ma su cui si basano tutti i loro cicli vitali. I pachidermi sono i più antichi racconta storie esistenti, tramandano il loro sapere così che rimanga inciso sulla loro pelle, le vecchie matrone conducono il branco e gli altri dietro, in silenziosa fiducia. In queste dinamiche incomprensibili all'uomo si nascondono gli odierni viaggiatori, coloro che nonostante tutto ad un certo punto, partono. E continuano a farlo anche quando sembra troppo. Non parlo del viaggiatore occasionale o il turista domenicale, parlo di quelli mossi dal male di restare, di durare, di non sapere. Lo chiamo male perché fisicamente é quasi doloroso, provoca mal di stomaco, sudorazione, spossatezza e occhi gonfi. Saltuariamente anche emicrania. Parlo a quelli che conoscono le scariche

La volontà di essere qui_ (1/2 caleido 8)

La luce è scarsa ma calda. Traspira dalla parete tesa che sfioro: umida nel suo essere, quasi rosa. Devo iniziare a preparare le mie cose, a breve dovrò uscire e come ogni volta l'idea mi stringe lo stomaco. Il grande baule a tre scomparti che contiene l'attrezzatura è nel solito angolo buoi, mi spiace disturbare il suo riposo. Devo controllare che ci sia tutto e che sia in ordine: scomparto uno, lo “-scopio”, con strumenti di misurazione e percezione, pelli sensibili e visualizzatori ad ampio spettro. Sto sviluppando una nuova macchina per la comunicazione esterna ma è ancora un prototipo e questa volta mi aspetterà in laboratorio. Scomparto due: lastre impressionabili, inchiostri e grafiti mobili. Le capsule devono essere tutte piene per permettere una registrazione costante e simultanea dei dati rilevati. La struttura del mio archivio è imponente, lo riconosco. Tutto ciò che passa attraverso il baule finisce, per mezzo di un delicato sistema di catalogazione, qui

Le ali nel nome_ ad a. (Semi di Zucca)

Questa sera esisto nel mondo. Esiste l'autunno di gocce calde il posto da cui vengo e da cui mai in realtà mi separo. Ci sono morti che lasciano gioioso dolore e voglia di vivere di esserci e trovarsi. Di bere, brindando alla gioia che timidamente proviamo, grazie alla loro assenza. Con una vita in meno il cuore batte una volta in più e si apre una luce e sorride una vecchia memoria di lei, di noi di te, di chi ci sarà. Chi se ne va lascia il posto a chi verrà e tutto il male se lo porta via, perché il bene è troppo pesante. La vita non smette mai di essere, e quando sembra che non ci sei i pezzi continuano a muoversi per gli altri e tu resti esisti e anche dopo, viva. A chi infligge piccole ferite per allontanare apro le braccia in cerca di bene questo è il mio cuore e un pezzo è anche tuo. Senza il tuo peso sottile verranno tutte a galla. Con il sapore del sangue in gola sapranno che con il loro dolore

Prenditi cura di me _ (caleido_7)

Gocciola. Gocciola. Gocciola. Scandisce lo spazio lanciandosi da una superficie a quella sotto. Il nero è così morbido da risultare soffocante, non esistono contorni ma si capisce che è denso: ad ogni goccia il suono si fa pastoso, resta incollato alla caduta. Gocciola. Gocciola. Gocciola. Un mormorio disperato che sembra non dover finire mai, senza forma se non il nero. Il suono, non sapendo dove aggrapparsi, cerca pareti con le unghie, scivola inesorabile nel nulla che lo contiene. Non si permette la resa e lascia che la materia continui a colare. Esiste niente ma il sacrificio di ogni goccia che cade tambura come un conto alla rovescia. Il nero vacilla, trema per un minuscolo istante: una goccia si lancia e il suono rimbomba, l'energia esplode in scintilla. Oggi sono venuto al mondo. Il fuoco si è impadronito della materia distruggendone la sostanza: è partito dal centro e con cura ha smantellato ogni singolo elemento. Mai una volta ho provato la paura mentre i s

Ferro dolce _ (caleido_6)

Tra un suolo di cenere e un cielo di piombo cresce un fiore sottile che distilla lacrime di ruggine. Da dove viene, si domandano tutti? La sarta Certo che mi ricordo il giorno che me lo hanno portato. Da queste parti il freddo ti si imprime sulla pelle come una ferita, ci sono giorni in cui sembra che gli spiriti abbiano succhiato via l'anima della terra, per quanto ti tremano le ossa, e quello era uno di quei giorni. Ho sentito il freddo quando hanno aperto la porta del negozio e dopo ci ho messo tanto a scaldarmi di nuovo. Sono entrati in quattro con due sacchi: uno grande e uno piccolo che hanno gettato sul tavolo da lavoro. In quello grande c'era lui mentre nell'altro un pugno di monete, li trattavano come se avessero lo stesso valore. Mi hanno detto di fargli un abito perfetto e se ne sono andati. Non riuscivo a pensare quindi mi sono avvicinata per prendere le misure: ogni parte del suo corpo mi ricordava qualcuno che conoscevo, le mani sembravano

La notte delle cicale _ (caleido_5)

Ho sentito da lontano il richiamo delle cicale. Ho preso niente e sono partita verso un modo diverso di sentir muovere il cuore. Come spesso sono i viaggi, anche questo è in salita e verso sud; al primo bivio è iniziato il bosco basso e fresco, con le indicazioni tra le macchie di muschio. Man mano che salgo la radio che mi urla nella testa inizia ad avere problemi di ricezione e dopo un breve gracchiare, si ammutolisce: con il silenzio esito, nella luce ambra che resta intrappolata nelle fronde e diventa smeraldo. Con il passo bloccato a mezz'aria mi raggiunge un rullare di pietre che franano, mi accorgo, sotto gli zoccoli di un cervo. Me lo trovo accanto che avanza sulla mia stessa via, “ciao” dice delicato. La “piccola me” dentro la testa ritrova la voce e si mette a urlare, saltare, girare come una pazza, mentre quella fuori sfoggia magnifica compostezza “Salve. Dove sta andando?”. Gli scappa un sorriso come se riuscisse a vedere la piccola me che strilla nella gr

Ha detto che ci pensa la Luna _ (caleido_4)

La casa ha tre piani. In soffitta c'è la camera da letto dove adesso fa caldo, devono mettere i ventilatori e il bagno, con lo specchio da cui ogni tanto riesco ancora ad entrare. Le scale a scendere sono del marmo degli anni miei, con una parete forata due volte al fondo: doppia porta con la ringhiera in mezzo. Non si passa se non entrando al primo piano e riuscendo, come un gioco per bambini. Dietro la porta c'è il corridoio su cui si affacciano: la sala da pranzo, che nessuno ha mai usato come si fa nelle case di tutto rispetto; il salone e la cucina, l'unica stanza che non confina con il corridoio. In fondo altre due camere e il bagno, una delle camere è la mia e infatti nessuno la usa. Dalla seconda porta divisa da ringhiera si scende sotto in cantina, garage e tutti gli oggetti che sopra non servono. E neanche sotto servono. Io mi sento ancora utile quindi ci vado poco lì sotto, i miei passi fanno troppo poco rumore e mi sembra di perdere il controllo sul r

Buona notte ai sognatori _ (caleido_3)

La sabbia gli scricchiola tra i denti e il sale finisce il lavoro: lo scirocco gli ha servito la cena dritta in bocca. Sul monte questa sera ci sono lui e due cassonetti pieni, tutti a guardare l'orizzonte e la foresta scura che lo popola. I lunghi tronchi grigi pungono il cielo e si aprono in chiome dense che spodestano le nuvole, umiliandole. Le radici non si vedono, ma sono facili da intuire con i loro filamenti velenosi che si srotolano nel mare, nutrite da Thanatos con amore. Neanche i pesci si fidano più di quell'acqua, a confronto anche i pescatori gli sembrano amici sinceri. Il profumo dolce della putrefazione che arriva dai cassonetti gli sta strizzando il fiato, ma questa sera vuole sfidare il sole fino alla fine, per vedere quanto coraggio ci vuole ad illuminare questa terra. È una messa in scena crudele che può capire solo chi conosce l'amore: quello di sua madre per l'aspirapolvere, di suo padre per la lasagna della nonna e il suo per il mare. Q

Il battito della gallina _ (caleido_2)

C'era una volta, una volta non c'era , è un modo di dire antico che nei secoli ha perso un pezzo per strada. Simboleggiava l'inizio di una storia che forse era stata così, ma forse no. Una storia che non andava ascoltata solo per quello che era ma anche per quello che avrebbe potuto essere. C'era una volta, una volta non c'era, un ragazzo che aveva l'anima antica. Era una bella persona ma a tratti anche molto normale, non era esentato da nessun grande difetto dell'uomo, però gli era stato dato un dono. Grazie alla sua anima antica infatti sapeva aspettare. Anche lui veniva travolto dalle correnti dell'ansia e della fretta, ma un'àncora lo teneva saldo al suolo dandogli la possibilità di mantenere il suo passo, senza farsi trascinare dall'apprensione o tentare di correre contro corrente. Intorno a lui aveva amici che si muovevano rapidi, ogni tanto allungavano una mano e si aggrappavano come ad una roccia, per poi scivolare via sent

Ritratto di Lunedì_ (caleido_1)

6.45: River flows in you. Come odiare una bella canzone, peccato. Il cielo fuori è così pesante che anche alzare il piumone richiede uno sforzo sovra umano, fortunatamente la routine mattutina si porta avanti da sola: doccia calda, fredda, forse tonifica, boutique di creme e cosmetici, prima o poi faranno effetto. Caffettiera così grande che anziché gorgogliare fa il rumore dei tir in retromarcia e yogurt con i cereali. Non ho fatto la spesa. Niente yogurt ma niente panico, ho del "latte slattosiato" dietro i barattoli di legumi, riso, spezie, camomilla, bicarbonato, sottaceti. Credo che il fatto che esca a grumi sia sintomatico dell'aver sopravvalutato la dicitura "a lunga conservazione". Per oggi solo cereali, tanto sono in ritardo. Walt Disney non usava l'ombrello perché altrimenti "cosa avevano inventato la pioggia a fare?".  Quindi queste nuvole tese come i muscoli dei culturisti non intimoriscono, non sanno picchiare davvero. P

Ephemera per Il Caleidoscopio _ (caleido_0)

Con il mare ho una storia d'amore clandestina. Viviamo a chilometri di distanza e ci sono anni in cui ci vediamo per un giorno solo. Portiamo avanti la quotidianità in autonomia, però ricordo bene la prima volta che l'ho sentito scorrere dentro e ci penso spesso, quando ne ho bisogno. Chiudo gli occhi e il mare mi sembra il riassunto perfetto di tutto: del respiro, del battito del cuore, dello scorrere del tempo e degli eventi. È il saggio che ha già visto tutto e lo sussurra cortese. Dopo essersi ritirato lontano a giocare con la Luna, è tornato irriverente in compagnia dello scirocco: un'ondata di piena mi ha suggerito un'idea. Ephemera esiste ormai da qualche anno, mi segue in maniera scostante in questi 20 anni che aumentano a vista d'occhio e mi sembra di non starci dietro. In un susseguirsi incalzante di eventi, persone, cose, città, provo a raccontare le difficoltà e le gioie che fanno di noi le scelte che compiamo e viceversa. Ingenu

Praline di coraggio_

Guardo l'armadio davanti a me. La cosa che mi piace di più di questa stanza è la luce, il modo delicato con cui si posa sulle cose. È calda anche se ha le sfumature verdi della tenda e sulle ante dell'armadio sembra scivolare come meringa montata. In effetti credo di avere fame. Girando gli occhi scorgo bagliori che mi ricordano i cristalli di zucchero, quelli che scoppiettano sulla lingua e fanno sbavare come bulldog. Muovo un poco le dita, il fresco del lenzuolo si infila tra i solchi dei polpastrelli e penso all'anguria e all'acqua e menta. Il cerchio dei pensieri si è chiuso, il verde della menta mi ha riportato dentro il colore della stanza, il letto, l'armadio. L'idea di dover iniziare un nuovo pensiero mi stanca, sento la spossatezza farsi largo: dove pensavo ci fosse il fondo è andata oltre. Credo che la quarta dimensione si trovi dentro di me, se si sapesse in giro non ci sarebbe bisogno di studiare i buchi neri nello spazio, basterebbe aprir

Sottoinsiemi 4 _ Entusiasmo

Tra i miei oggetti preferiti ci sono le porte e la carta da regalo. Dietro o dentro ci sono gatti, luci, gioia, delusione, possibilità. Sono oggetti coerenti con se stessi, integri moralmente e fisicamente, fino a quando noi non andiamo ad intervenire su essi. Sono nati custodi ma non egoisti, reggono con dignità il carico delle aspettative, consapevoli di essere destinati ad essere violati. Sto pensando a questo con la mano sulla maniglia di casa, sbocconcellando il fatto che, una volta entrata, nessuno sbucherà urlando Evviva! da dietro il divano, che tanto è attaccato al muro, con pacchi e pacchettini sormontati da una torta grondante panna montata rosa. Oggi me lo meriterei. Se tocchi la porta è Tana! e nessuno può prenderti, un pacchetto fatto cura vuol dire tanto amore. Dovrei scrivere Tingolo Libera Tutti sullo zerbino di casa. Sono ancora sull'uscio, con la mano sulla maniglia. I vicini si staranno insospettendo, se non mi decido ad entrare finirò con il

Sapevi di ruggine_

Nella notte ho sognato. C'ero io. C'eri tu. C'erano insetti neri che puntavano a noi. Nascevano da se stessi e alzavano le code come pistole alla tempia. Non scricchiolavano neanche sotto la suola più coraggiosa. Credo che dipenda da come sono andate le cose prima. Prima degli insetti. Non credo che la nostra sia mai stata una cosa speciale, di quelle con cui scrivono i romanzi. Noi siamo tipi da raccontino scorrevole di cui non vale neanche la pena scrivere. Ci siamo conosciuti in un momento qualunque delle nostre giornate, non lo ricordo con precisione ma credo che fuori fosse grigio. Abbiamo fatto parte del paesaggio quotidiano dell'altro per mesi, prima che riuscissimo a metterci a fuoco, comparse sullo sfondo. Abbiamo iniziato piano, chiacchierando e sorridendo composti, non siamo mai andati andati lisci come l'olio ma forse non siamo neanche esplosi. Agli appuntamenti ci obbligavamo quasi a presentarci e ogni volta pensavamo sarebbe stata l'u

Una vita di contrabbando _

Essere bassi vuol dire vivere guardando in alto. Si conosce meglio il cielo e le finestre nascoste, le calvizie della gente e l’altezza del loro ombelico. Quando qualcuno ti chiama d’istinto punti lo sguardo in una zona indefinita intorno al metro e settantacinque, in media è lì che è posizionata la faccia di chi non è basso. “Mi scusi..” mi giro con l’angolazione descritta e niente. “Scusi?” e un calcio viene sferrato al mio cesto della spesa, spingendolo in avanti. In questi casi sento comparire sulla mia fronte la famosa croce di vene pulsanti alla Vegeta: pronta a sferrare un attacco mortale contro l’inumanità della gente che si avventa sulla spesa altrui, volteggio il capo di 180 gradi e, blocco. Quando un basso incontra un ancora-più-basso si sprigionano sentimenti di comprensione, e il nocciolo di cattiveria della gente piccola si scioglie verso quel qualcuno che fatica ancora più di loro a sopravvivere in questa giungla. Se al cameratismo da bassotti aggiungete un o

Le regole del gioco_

Lo sentite il rombo del motore? Le vibrazioni che solleticano le costole e accompagnano il respiro? Stiamo per partire, sarà un viaggio denso. I bambini sono fastidiosi. Hanno un modo di fare estenuante e non conoscono le regole della vita, credono di poter fare a modo a loro, che bene o male se la cavano e che le cose si aggiustano o si riusano per qualcos'altro. Se non capiscono qualcosa si danno una spiegazione e, fino a prova contraria, quella per loro è la verità. Il problema del fastidio è che è un sentimento unidirezionale: solo una delle due parti coinvolte prova questa sensazione. L'altra solitamente o non è al corrente o se ne infischia. Questo, a rigor di logica, avviene perchè il fastidio è la noia per l'orgoglio (o l'orgoglio della noia): anche chi lo prova sta in realtà generando un tedio per se stesso e per i suoi sentimenti. Quindi prendiamo il fastidio e anche la logica e mettiamoli da una parte, tanto sono noiosi. Torniamo ai bambini, che