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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Assumere a piccole dosi_

Korea, Canada e Italia sono le ultime rimaste in India; America, Colombia e Nigeria sono partiti. Nella notte dei saluti la luna è un sorriso perfetto nel cielo e il vento mescola l'aria calda, come un minestrone fuori stagione. Dal tetto dell'ostello ci guardiamo intorno e ci ritroviamo tutte nello stesso pensiero: perché mai adoro questa terra? Se la osservi bene e provi a raccontarla ne uscirà un ritratto difficile e grottesco. La vita è dura, dal fare la pipì al bere un bicchiere d'acqua, tutto si fa un po' più complicato. Sono quattro mesi che uso un secchio per farmi la doccia, regolarmente con acqua tra il freddo e il gelato. Lavo i vestiti a mano e ho cestinato la metà di questi nel cammino (poco male, ho sempre la scusa per comprarne di nuovi), oltre ad assumere un tipico odore dolciastro che ormai mi da la nausea ogni volta che mi vesto. Ho i capelli come la paglia per lo smog, la pelle spaccata per il sole e la pancia è un pallone per i quintali di carboi

Dimenticavo la Natura_

Ieri ero in moto (si mamma, senza casco) e tornavo tra i monti dopo essere scesa in città per del lavoro. Dopo un paio d'ore di curve sotto il sole abbiamo deciso di fare un pausa per ridare ossigeno a gambe e cervello. Parcheggiati in una curva (hanno uno scarso senso del pericolo) siamo scesi tra i lunghi pini di questi monti e li è arrivato uno di quei momenti "perfetti" in cui vorresti scattare un'istantanea della tua vita, perché tutto è nel modo e nel momento giusto. Partiamo dal dettaglio non trascurabile che ero in compagnia di quel bel bocconcino dell'insegnate di yoga, tutto bicipiti, riccioli e lunghi silenzi. Senza neanche una parola di troppo ci siamo limitati a guardarci intorno, ognuno nel suo mondo ma entrambi sorpresi dello spettacolo che ci veniva offerto. Il cielo era teso in un azzurro così perfetto da risultare indescrivibile, senza nuvole o sfumature a sporcarne la superficie. Tutte insieme si intrecciano le sensazioni che chi ama la monta

Avere 20anni e poco più _

È da un sacco di tempo che progetto questo pezzo, per la precisione da quando vent'anni li avevo sul serio. Tra lassismo e insicurezze ho sempre rimandato, fino a ieri sera quando, sorseggiando la prima birra dopo un mese (che sofferenza!) mi è calata l'ispirazione (ennesimo punto a favore dell'alcool). "Avere 20anni" consiste in una serie di articoli che attingono ai drammi di questa mia disgraziata generazione e si propongono di accompagnarli nel frustrante e faticoso cammino che si apre sulla soglia dei venti, una sorta di libretto di istruzioni per continuare a fare gli stessi errori ma consapevoli di essere in buona compagnia. Per non smentire le aspettative su una gioventù inconcludente, non ho mai portato a termine nè pubblicato il progetto. Poco importa perché oggi, a quattro anni e rotti di distanza, mi ritrovo a confermare quel detto che se tanto le cose non le vivi sulla pelle non le impari etc etc, quindi ho deciso di scrivere direttamente la conclu