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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

La notte delle cicale _ (caleido_5)

Ho sentito da lontano il richiamo delle cicale. Ho preso niente e sono partita verso un modo diverso di sentir muovere il cuore. Come spesso sono i viaggi, anche questo è in salita e verso sud; al primo bivio è iniziato il bosco basso e fresco, con le indicazioni tra le macchie di muschio. Man mano che salgo la radio che mi urla nella testa inizia ad avere problemi di ricezione e dopo un breve gracchiare, si ammutolisce: con il silenzio esito, nella luce ambra che resta intrappolata nelle fronde e diventa smeraldo. Con il passo bloccato a mezz'aria mi raggiunge un rullare di pietre che franano, mi accorgo, sotto gli zoccoli di un cervo. Me lo trovo accanto che avanza sulla mia stessa via, “ciao” dice delicato. La “piccola me” dentro la testa ritrova la voce e si mette a urlare, saltare, girare come una pazza, mentre quella fuori sfoggia magnifica compostezza “Salve. Dove sta andando?”. Gli scappa un sorriso come se riuscisse a vedere la piccola me che strilla nella gr

Ha detto che ci pensa la Luna _ (caleido_4)

La casa ha tre piani. In soffitta c'è la camera da letto dove adesso fa caldo, devono mettere i ventilatori e il bagno, con lo specchio da cui ogni tanto riesco ancora ad entrare. Le scale a scendere sono del marmo degli anni miei, con una parete forata due volte al fondo: doppia porta con la ringhiera in mezzo. Non si passa se non entrando al primo piano e riuscendo, come un gioco per bambini. Dietro la porta c'è il corridoio su cui si affacciano: la sala da pranzo, che nessuno ha mai usato come si fa nelle case di tutto rispetto; il salone e la cucina, l'unica stanza che non confina con il corridoio. In fondo altre due camere e il bagno, una delle camere è la mia e infatti nessuno la usa. Dalla seconda porta divisa da ringhiera si scende sotto in cantina, garage e tutti gli oggetti che sopra non servono. E neanche sotto servono. Io mi sento ancora utile quindi ci vado poco lì sotto, i miei passi fanno troppo poco rumore e mi sembra di perdere il controllo sul r

Buona notte ai sognatori _ (caleido_3)

La sabbia gli scricchiola tra i denti e il sale finisce il lavoro: lo scirocco gli ha servito la cena dritta in bocca. Sul monte questa sera ci sono lui e due cassonetti pieni, tutti a guardare l'orizzonte e la foresta scura che lo popola. I lunghi tronchi grigi pungono il cielo e si aprono in chiome dense che spodestano le nuvole, umiliandole. Le radici non si vedono, ma sono facili da intuire con i loro filamenti velenosi che si srotolano nel mare, nutrite da Thanatos con amore. Neanche i pesci si fidano più di quell'acqua, a confronto anche i pescatori gli sembrano amici sinceri. Il profumo dolce della putrefazione che arriva dai cassonetti gli sta strizzando il fiato, ma questa sera vuole sfidare il sole fino alla fine, per vedere quanto coraggio ci vuole ad illuminare questa terra. È una messa in scena crudele che può capire solo chi conosce l'amore: quello di sua madre per l'aspirapolvere, di suo padre per la lasagna della nonna e il suo per il mare. Q

Il battito della gallina _ (caleido_2)

C'era una volta, una volta non c'era , è un modo di dire antico che nei secoli ha perso un pezzo per strada. Simboleggiava l'inizio di una storia che forse era stata così, ma forse no. Una storia che non andava ascoltata solo per quello che era ma anche per quello che avrebbe potuto essere. C'era una volta, una volta non c'era, un ragazzo che aveva l'anima antica. Era una bella persona ma a tratti anche molto normale, non era esentato da nessun grande difetto dell'uomo, però gli era stato dato un dono. Grazie alla sua anima antica infatti sapeva aspettare. Anche lui veniva travolto dalle correnti dell'ansia e della fretta, ma un'àncora lo teneva saldo al suolo dandogli la possibilità di mantenere il suo passo, senza farsi trascinare dall'apprensione o tentare di correre contro corrente. Intorno a lui aveva amici che si muovevano rapidi, ogni tanto allungavano una mano e si aggrappavano come ad una roccia, per poi scivolare via sent