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Visualizzazione dei post da 2014

Piccolo è un gran metro di misura _

Ho fatto tutto quello che dovevo fare, ora mi fermo e mi metto a pensare. I pensieri arrivano lentamente, come le gocce che a cadenza regolare scivolano da una piccola falla nel soffitto, scandiscono il ritmo cambiando di suono man mano che il livello d'acqua del secchio sottostante si innalza. La prima goccia produce uno schiocco secco, quasi doloroso sul fondo, ma è colei che getta le basi per attutire la caduta delle successive. La mia prima goccia è la passione nel ricercare le cose che amo, è lei che amalgama ogni scelta che faccio, spingendomi verso cambiamenti anche dolorosi. Ed è sempre lei la regina di tutte le soddisfazioni che perseverando arrivano, unita al bagaglio culturale e di principi su cui fondiamo il nostro agire. Passate le prime gocce più dure, il suono si addolcisce e si percepisce il livello che sale lentamente, in un susseguirsi di cerchi concentrici. Questa fase è malleabile e si compone dei singoli progetti che decidiamo di strutturare e porta

Quel treno che viaggia al contrario_

Avere tanti segreti, a lungo andare, si rivela noioso. Non c'è gusto a fare e sapere cose, se poi non possiamo andare a dirle in giro: ridere, piangere, sfottere, complottare. Se ci teniamo tutto per noi, facciamo la fine della busta di insalata dimenticata sul fondo del frigo: puzzolente, viscida e marroncina. Quindi, senza dilungarmi ulteriormente sulla triste condizione del reparto verdure del mio frigorifero, rimetto in sesto questo vecchio progetto lasciato avvizzire, per aggiungerlo al bagaglio del viaggio che sto per fare. Non più di un quarto d'ora fa ho dato fondo alla mie scarse risorse finanziarie, schiacciando il pulsante "prenota" sul fondo di una pagina dell'India Airlines, per un volo di sola andata per l'oriente. Oltre a essere definitivamente al verde, ho dato inizio ai Nuovi Propositi per l'anno venturo che mi auguro (un po' come tutti) sarà migliore di quello passato. Non perché sono stati dei brutti mesi, ma perché tanto vale a

In questa storia non succede niente _

Questo posto è un insieme di cliché. La stanza, semibuia, sembra illuminata da una luce rotonda che a malapena delinea i bordi scheggiati dei mobili. L'aria è pesante, tanto da risultare immobile, proprio come il proprietario della baracca: una logora e mangiucchiata poltrona damascata troneggia verso il centro della stanza, ricoperta di velluto rosso spelacchiato ricorda, a tratti, il trono di un re, decisamente caduto in rovina. Ma il vero spettacolo è lui, l'occupante della poltrona: un immenso tripudio di traboccante grasso, pelle unta e gelatinosa, placidamente abbandonata sulla seduta. Camicia sbottonata, cravatta allentata, anche i colori, stanchi dell'apatia, paiono aver abbandonato le vesti. Il suo respiro è un rantolo che ricorda la teiera della nonna, le mani scadenti salsicce pelose e gli occhi sono piccoli punti neri dal riflesso opaco che si muovono lenti nella fioca luce, scivolando sugli oggetti ammucchiati casualmente, quasi a farne un costante

la più bella del reame _

Questa storia non inizia molto tempo fa, ma vi consiglio un posto caldo per conoscerla, la narrazione non rispetta confini. Scivoliamo in un Regno inaspettato, ma che assolutamente rispetta i canoni dell'immaginario: folto bosco di pini, cielo azzurro con qualche sbuffo di nuvola, e un lieve pendio sormontato dal castello. Ma se tutto fosse normale, non ci sarebbe storia da raccontare. Perché nel nostro castello vive sì una regina, ma la spesse mura di pietra, non racchiudono altro: niente mobili, colore e suppellettile; privo di persone, cortigiani o giullari. Regina di se stessa, regna sul vuoto della perfezione. Ecco che giunge il preannunciato freddo, chi e cosa può scaldare un immenso scrigno sigillato? La Regina vaga, con il viso dubbioso e curioso, tra le sale di quel palazzo che dovrebbero rappresentarla: prova con sontuose feste, lezioni di cultura, danze sfrenate e dolci sviolinate. Il risultato non cambia, le sale dagli alti soffitti creano acuti sibi

capolino _

vado e torno ma poi di solito torno è solo questione di tempo _

benda nera _

dove corri capitano senti il sole fa un gran baccano. dove corri capitano lontano dalla voce del tuo gregge spaventato. quindi corri capitano ma non creder di andar lontano, dalla vita non puoi scappare neanche la morte i tuoi dolori può alleviare.

masala, masala India

Cari tutti, prima ancora di iniziare ho bisogno che facciate una cosa per me: prendete tutto ciò che conoscete delle vostra vita quotidiana, e mettetelo fuori dalla finestra, dimenticatelo, perché di tutto ciò, qui, non esiste nulla. La vita ha un sapore antico e un po' sabbioso, ti si impone addosso con seducente prepotenza. Apri gli occhi al mattino perché l'alba si insinua nei tuoi sogni; arricci le dita dei piedi che bramano calore, dopo il gelo della nera notte. Qui l'uomo perde il controllo sulle cose, semplicemente sorride al via vai dell'energia; si scuote sotto il getto gelato dell'acqua impura e si riattiva, nel sonnacchioso corpo occidentale, una nuova circolazione sanguigna che non sapevamo di avere. Il primitivismo del corpo torna ai bisogni base, ma la mente esplode e si spande, verso confini ancora inesplorati. I sogni si fanno vividi, famelici e reali, le parole fluiscono veloci dalle mani piene di energia; gli occhi non credono alla g

Atteone _

ciò che conta non è il possedere ma il godere. se allarghi troppo le braccia, non arrivi comunque ad abbracciare l'infinito, al massimo rischi che si stacchino. siamo l'acqua in cui sguazziamo. _ l'utile inutile

il treno dei desideri all'incontrario va _ (chissà perché poi)

_Quando ti metterai in viaggio per Itaca  devi augurarti che la strada sia lunga,  fertile in avventure e in esperienze.  I Lestrigoni e i Ciclopi  o la furia di Nettuno non temere,  non sarà questo il genere di incontri  se il pensiero resta alto e un sentimento  fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.  In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,  né nell'irato Nettuno incapperai  se non li porti dentro  se l'anima non te li mette contro. Devi augurarti che la strada sia lunga.  Che i mattini d'estate siano tanti  quando nei porti - finalmente e con che gioia -  toccherai terra tu per la prima volta:  negli empori fenici indugia e acquista  madreperle coralli ebano e ambre  tutta merce fina, anche profumi  penetranti d'ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,  va in molte città egizie  impara una quantità di cose dai dotti Sempre devi avere in mente Itaca -  raggiungerla sia il pensiero costante.  Soprattutto, non affrettare il viaggio;  fa che duri a lungo, per anni, e