Tra un suolo di cenere e un cielo di
piombo cresce un fiore sottile che distilla lacrime di ruggine.
Da dove viene, si domandano tutti?
La sarta
Certo che mi ricordo il giorno che me
lo hanno portato. Da queste parti il freddo ti si imprime sulla pelle
come una ferita, ci sono giorni in cui sembra che gli spiriti abbiano
succhiato via l'anima della terra, per quanto ti tremano le ossa, e
quello era uno di quei giorni. Ho sentito il freddo quando hanno
aperto la porta del negozio e dopo ci ho messo tanto a scaldarmi di
nuovo.
Sono entrati in quattro con due sacchi:
uno grande e uno piccolo che hanno gettato sul tavolo da lavoro. In
quello grande c'era lui mentre nell'altro un pugno di monete, li
trattavano come se avessero lo stesso valore. Mi hanno detto di
fargli un abito perfetto e se ne sono andati.
Non riuscivo a pensare quindi mi sono
avvicinata per prendere le misure: ogni parte del suo corpo mi
ricordava qualcuno che conoscevo, le mani sembravano di mio marito,
il mento di mio padre e le scapole di mia nipote. Era sottile e
lungo, ma la sua carne pesava molto, era molle e viola sotto lo
schiocco del mio metro.
Ne ero attratta in un modo che non
riesco a spiegare, anzi mi sento in imbarazzo a dirlo, ma l'idea che
qualcuno vedesse quella bellezza mi spaventava e allora ho capito che
abito dovevo fare, e ho iniziato a cucire.
Ho preso una tela fitta e l'ho avvolta
intorno al corpo, dal capo fino ai piedi ho lavorato lenta, cucendo
uno spesso filo intorno a lui e ogni dettaglio della sua carne dentro
di me. La mia creazione migliore, un abito assolutamente perfetto,
solido e compatto con un'unica vena di punti verticale che che lo
rendeva tutti gli uomini che era stato.
Il becchino
Il mio lavoro è una questione di
famiglia, lo devi avere nel sangue perchè la terra è ghiotta di
morte e bisogna saperla tenere a bada. Quando scavi per seppellire
diventi parte della trasformazione più totale che esista perchè
qualunque cosa ti verrà data indietro, sarà inaspettata. Non
abbiamo nessun controllo su questa cosa, ogni sepoltura è un salto
nel vuoto. Per questo ti dico che bisogna averlo nel sangue questo
mestiere e non è certo per la tristezza della morte o ste
sciocchezze qui. È il coraggio per l'ignoto quello di cui sto
parlando.
Ad esempio, la storia di cui mi stai
chiedendo tu me la ricordo bene: il cielo era così pesante che
temevo di non avere la forza di sollevare la terra. Non si capiva più
nulla di lui, con l'abito che portava avrebbe potuto essere chiunque,
da un infante a un vecchio, sottile e piccolo ma molto molto pesante.
Sembrava più denso di tutto il resto, è stato accolto dalla terra
con un tonfo sordo, come quando torni dopo tanto e abbracci tua
moglie stretto.
Il momento del mio lavoro in cui
bisogna essere più coraggiosi è quando si inizia a ricoprire,
quando carichi la vanga con la prima terra e stai per buttarla giù.
In quel momento capisci che non si torna indietro e se guardi dentro
ti sembra che tutto si muova. Lì devi essere forte e continuare a
coprire, sia la buca sia le lacrime del volto.
La maga
Ovviamente so che cosa vuole sapere.
Anche allora sapevo cosa stava per accadere, non per i miei poteri,
ma perchè so osservare. La situazione stava cambiando già da
qualche tempo, quello che lui era non andava più beve, stava scomodo
a tanti. Aveva iniziato a perdere il suo posto nel mondo, lui e io lo
sapevamo. Spesso passeggiavamo sulla soglia del mare, dove la terra
si getta disperata nelle onde. Lì ci sentivamo al sicuro perchè il
vento sa sempre tutto per primo e se lo ascolti, capisci il futuro.
Era la nostra gabbia dorata dove producevamo pensiero, lì ho sentito
la sua anima cambiare, ho percepito il suo corpo sparire. Portava
tutte le tracce del suo lavoro passato, ogni piega dell'abito e della
pelle era macchiata di vita e quando si sdraiava, la natura lo
assorbiva.
Abbiamo raschiato i sassi in cerca del
dolore, perchè nel nostro cammino potesse trovare spazio anche il
piacere, quando due anime si saldano diventano pesanti e goffe, per
questo sapevo cosa stava per succedere. Mi rendevo conto che la sua
consapevolezza delle cose non ha mai piegato il suo rispetto per la
materia, mi ha mostrato che il cerchio si chiude solo quando punge se
stesso e se non si sente quel dolore allora si sta sbagliando, e
bisogna ricominciare.
Adesso lei mi guarda con gli stessi
occhi confusi che avevo io a quel tempo, la mia magia era debole
perchè non sapevo come fare a lasciar andare le cose. Ho cercato
nella cenere la risposta alla morte, impastandola con le lacrime
della disperazione fino a quella notte in cui, nella falce, ho visto
il sorriso della luna.
Il contadino
Perchè vai in giro a fare domande su
di lui? Cosa ti importa? Vuoi sapere cosa so io?
So che di quel corpo non ce ne facciamo
più niente, che spurga e si consuma grattato dalle radici della
terra. So che se vuoi stare qui fuori devi appellarti ad una buona
spina dorsale, perchè la giustizia ti spezza tutte le altre ossa e i
solchi che faccio si nutrono del sudore prodotto dal mio dolore.
Ogni goccia ha un valore perchè è
utile a qualcosa che non devo per forza capire. Posso solo andare
avanti in quello che faccio e staccarmi di dosso tutto ciò che non
serve, cercare la parte più leggera della vita, che forse è quella
là sotto con i vermi dove sta il tuo amico.
Io faccio l'amore con i miei campi ogni
volta che affondo la vanga, è il nostro modo di conoscerci, io
capisco loro e loro accettano me. Vado avanti a farlo fino a che non
mi consumo anche io, solo la mia assenza farà spazio a qualcosa di
nuovo.
È questo quello che volevi sapere?
Tra un suolo di cenere e un cielo di
piombo cresce un fiore sottile che distilla lacrime di ruggine.
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