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Ferro dolce _ (caleido_6)

Tra un suolo di cenere e un cielo di piombo cresce un fiore sottile che distilla lacrime di ruggine.
Da dove viene, si domandano tutti?

La sarta

Certo che mi ricordo il giorno che me lo hanno portato. Da queste parti il freddo ti si imprime sulla pelle come una ferita, ci sono giorni in cui sembra che gli spiriti abbiano succhiato via l'anima della terra, per quanto ti tremano le ossa, e quello era uno di quei giorni. Ho sentito il freddo quando hanno aperto la porta del negozio e dopo ci ho messo tanto a scaldarmi di nuovo.
Sono entrati in quattro con due sacchi: uno grande e uno piccolo che hanno gettato sul tavolo da lavoro. In quello grande c'era lui mentre nell'altro un pugno di monete, li trattavano come se avessero lo stesso valore. Mi hanno detto di fargli un abito perfetto e se ne sono andati.
Non riuscivo a pensare quindi mi sono avvicinata per prendere le misure: ogni parte del suo corpo mi ricordava qualcuno che conoscevo, le mani sembravano di mio marito, il mento di mio padre e le scapole di mia nipote. Era sottile e lungo, ma la sua carne pesava molto, era molle e viola sotto lo schiocco del mio metro.
Ne ero attratta in un modo che non riesco a spiegare, anzi mi sento in imbarazzo a dirlo, ma l'idea che qualcuno vedesse quella bellezza mi spaventava e allora ho capito che abito dovevo fare, e ho iniziato a cucire.
Ho preso una tela fitta e l'ho avvolta intorno al corpo, dal capo fino ai piedi ho lavorato lenta, cucendo uno spesso filo intorno a lui e ogni dettaglio della sua carne dentro di me. La mia creazione migliore, un abito assolutamente perfetto, solido e compatto con un'unica vena di punti verticale che che lo rendeva tutti gli uomini che era stato.

Il becchino

Il mio lavoro è una questione di famiglia, lo devi avere nel sangue perchè la terra è ghiotta di morte e bisogna saperla tenere a bada. Quando scavi per seppellire diventi parte della trasformazione più totale che esista perchè qualunque cosa ti verrà data indietro, sarà inaspettata. Non abbiamo nessun controllo su questa cosa, ogni sepoltura è un salto nel vuoto. Per questo ti dico che bisogna averlo nel sangue questo mestiere e non è certo per la tristezza della morte o ste sciocchezze qui. È il coraggio per l'ignoto quello di cui sto parlando.
Ad esempio, la storia di cui mi stai chiedendo tu me la ricordo bene: il cielo era così pesante che temevo di non avere la forza di sollevare la terra. Non si capiva più nulla di lui, con l'abito che portava avrebbe potuto essere chiunque, da un infante a un vecchio, sottile e piccolo ma molto molto pesante. Sembrava più denso di tutto il resto, è stato accolto dalla terra con un tonfo sordo, come quando torni dopo tanto e abbracci tua moglie stretto.
Il momento del mio lavoro in cui bisogna essere più coraggiosi è quando si inizia a ricoprire, quando carichi la vanga con la prima terra e stai per buttarla giù. In quel momento capisci che non si torna indietro e se guardi dentro ti sembra che tutto si muova. Lì devi essere forte e continuare a coprire, sia la buca sia le lacrime del volto.

La maga

Ovviamente so che cosa vuole sapere. Anche allora sapevo cosa stava per accadere, non per i miei poteri, ma perchè so osservare. La situazione stava cambiando già da qualche tempo, quello che lui era non andava più beve, stava scomodo a tanti. Aveva iniziato a perdere il suo posto nel mondo, lui e io lo sapevamo. Spesso passeggiavamo sulla soglia del mare, dove la terra si getta disperata nelle onde. Lì ci sentivamo al sicuro perchè il vento sa sempre tutto per primo e se lo ascolti, capisci il futuro. Era la nostra gabbia dorata dove producevamo pensiero, lì ho sentito la sua anima cambiare, ho percepito il suo corpo sparire. Portava tutte le tracce del suo lavoro passato, ogni piega dell'abito e della pelle era macchiata di vita e quando si sdraiava, la natura lo assorbiva.
Abbiamo raschiato i sassi in cerca del dolore, perchè nel nostro cammino potesse trovare spazio anche il piacere, quando due anime si saldano diventano pesanti e goffe, per questo sapevo cosa stava per succedere. Mi rendevo conto che la sua consapevolezza delle cose non ha mai piegato il suo rispetto per la materia, mi ha mostrato che il cerchio si chiude solo quando punge se stesso e se non si sente quel dolore allora si sta sbagliando, e bisogna ricominciare.
Adesso lei mi guarda con gli stessi occhi confusi che avevo io a quel tempo, la mia magia era debole perchè non sapevo come fare a lasciar andare le cose. Ho cercato nella cenere la risposta alla morte, impastandola con le lacrime della disperazione fino a quella notte in cui, nella falce, ho visto il sorriso della luna.

Il contadino

Perchè vai in giro a fare domande su di lui? Cosa ti importa? Vuoi sapere cosa so io?
So che di quel corpo non ce ne facciamo più niente, che spurga e si consuma grattato dalle radici della terra. So che se vuoi stare qui fuori devi appellarti ad una buona spina dorsale, perchè la giustizia ti spezza tutte le altre ossa e i solchi che faccio si nutrono del sudore prodotto dal mio dolore.
Ogni goccia ha un valore perchè è utile a qualcosa che non devo per forza capire. Posso solo andare avanti in quello che faccio e staccarmi di dosso tutto ciò che non serve, cercare la parte più leggera della vita, che forse è quella là sotto con i vermi dove sta il tuo amico.
Io faccio l'amore con i miei campi ogni volta che affondo la vanga, è il nostro modo di conoscerci, io capisco loro e loro accettano me. Vado avanti a farlo fino a che non mi consumo anche io, solo la mia assenza farà spazio a qualcosa di nuovo.
È questo quello che volevi sapere?

Tra un suolo di cenere e un cielo di piombo cresce un fiore sottile che distilla lacrime di ruggine.

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