Il
primo passo ha il suono del ramo spezzato.
Dell'insetto
a cui esplode la cassa toracica.
Tutto
quello che non serve rimane dove viene usato:
A
casa.
D'ora
in poi io e solo io
Sarò
la mia dimora.
Il
mondo non è più un luogo distante
scosta
la pelle e mostra i confini.
La
paura svanisce dinnanzi alla realtà
Al
bisogno di azione,
per
tenere in piedi la vita.
Nessuna
sedia ad accogliere il corpo,
anche
se stanco. Solo le gambe e le ginocchia,
La
schiena e il fiato, a supporto di ogni carico
Di
ogni emozione.
La
repulsione
acquisterà
un sapore dolce:
la
fatica, premurosa compagna di strada,
il
dolore, amico di ogni umore,
la
durezza del riposo, la consapevolezza del merito.
I
morsi alle caviglie
l'unica
fame che non si potrà saziare.
I
piedi conosceranno la distanza dalla loro natura.
Nella
terra e nel sangue,
non
andranno uno innanzi all'altro
Non
porteranno dall'origine all'arrivo.
Indurranno
in luoghi fino ad ora inesplorati
nelle
ramificazioni dell'introspezione,
che cristallizzerà in restituzione.
che cristallizzerà in restituzione.
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