Ho fatto tutto quello che dovevo fare,
ora mi fermo e mi metto a pensare.
I pensieri arrivano lentamente, come le
gocce che a cadenza regolare scivolano da una piccola falla nel
soffitto, scandiscono il ritmo cambiando di suono man mano che il
livello d'acqua del secchio sottostante si innalza.
La prima goccia produce uno schiocco
secco, quasi doloroso sul fondo, ma è colei che getta le basi per
attutire la caduta delle successive. La mia prima goccia è la
passione nel ricercare le cose che amo, è lei che amalgama ogni
scelta che faccio, spingendomi verso cambiamenti anche dolorosi.
Ed è sempre lei la regina di tutte le soddisfazioni che
perseverando arrivano, unita al bagaglio culturale e di principi su
cui fondiamo il nostro agire.
Passate le prime gocce più dure, il
suono si addolcisce e si percepisce il livello che sale lentamente,
in un susseguirsi di cerchi concentrici. Questa fase è malleabile e
si compone dei singoli progetti che decidiamo di strutturare e
portare avanti. Qui si inserisce la mia India, questo viaggio
apparentemente azzardato, che altro non è se non il frutto di lunghi
mesi di studio, progettazione e piccoli sogni.
Ritengo che l'arte, in ogni sua forma e
manifestazione, sia un motore che consente all'essere umano di
prendere una posizione difronte alla vita, spingendolo prima a
sottrarsi dal giudizio, per poi affermarsi in un pensiero.
Esattamente un anno fa stavo per
entrare in contatto, per la prima volta in vita mia, con la vera
cultura indiana, grazie ad una residenza artistica in Uttarakhand,
sulla catena montuosa dell'Himalaya. Al di là dell'esperienza indimenticabile, è sicuramente stata in grado di generare
lunghe riflessioni che ritengo degne di essere indagate ulteriormente .
Per andare avanti nel mio percorso, ho deciso di legare il viaggio che sto per vivere, a quello di
giovani ragazzi indiani che stanno cercando di affermare le loro idee, all'interno di una società fortemente articolata. Per lo più sono giovani che sentono il bisogno di non stare semplicemente ad osservare il cambiamento socio-culturale in atto nel loro paese,
ma di mettersi in gioco per mezzo dell'arte e della ritualità che si
porta appresso, convocando artisti da tutto il mondo per condividere
idee e usanze. Sono giovani da cui penso di avere molto da imparare.
Questa chiave di lettura è il cuore
del mio progetto, dove piccole gocce si incontrano e si mescolano,
per dare vita a un unico e corposo pensiero, che vede l'autorità
della cultura, dell'arte e delle usanze dei popoli, al centro di
qualunque cambiamento giusto e voluto cercando di allontanarsi, anche
solo un pochino, da meccanismi prestabiliti e decisioni prese al
posto nostro.
Mentre scrivo il secchio continua a
riempirsi e il suono si fa incalzante (come la colonna sonora dei film quando si arriva ad un momento di tensione) per ricordarmi che è giusto riflettere
su cosa e dove impegnare le proprie energie, ma ad un certo punto
bisogna agire, perché di filosofi francesi ne abbiamo tanti, ma la
pista da ballo continua a rimanere vuota.
Al ritmo di gocce d'acqua non chiudiamo
un anno per aprirne uno nuovo, ma andiamo avanti nei progetti e nel
cammino, per diventare danzatori sempre migliori.
Auguri.
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