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Tre storie brevi_

In un mondo popolato di esserini di ogni forma e dimensione, sta sempre succedendo qualcosa.
Storie diverse o raccontate mille volte, a ciclo continuo. I nostri occhi guarderanno le stesse cose e le vedranno, sempre e comunque, profondamente diverse. Anche se è già stato detto tutto, ci sono ancora infinite storie da raccontare, perchè l'ho deciso io.

-Bravo bravissimo

Ma come diavolo gli è venuto in mente? Insomma, chi è stato il primo ad avere questa idea? Una mattina di un secolo antico un tizio si è svegliato e ha deciso che la terra lo aveva stufato e quindi si è fatto un tuffetto in acqua, ha piantato due pali e ci ha costruito sopra la sua casa? E poi gli altri, vedendolo gongolare nella sua dimora, lo hanno seguito a ruota tirando su un'intera città?
Lo trovo geniale ma non troppo logico. E poi l'acqua come la spostavano, con paletta e secchiello?
Venezia è un luogo magico per il semplice fatto che esiste: è un esempio concreto del fatto che se l'uomo si impegna può trasformare i prodotti dell'immaginazione in realtà (poi mantenerli in piedi è un'altra storia). Se Gesù ha camminato sull'acqua, loro ci hanno costruito un'intera città e passeggiare nei vicoli fa sentire un po' divini (soprattutto se si riesce ad arrivare a destinazione senza perdersi).
L'atmosfera da favola diventata realtà di Venezia, sta nei suoi dettagli. Sono le piccole cose, ancora una volta, a donare un risultato d'insieme superiore, che avvolge e conserva. Un sogno duramente mercificato, ma non importa perchè riesce a mantenere la sua potenza anche invasa da orde di turisti famelici.
Non mi ritengo una gran patriota, ma devo ammettere che pensare alle fondamenta di Venezia e a quel poveraccio che ha avuto la brillante idea di metterla in piedi, mi fa sentire importante. La forza creativa e creatrice che scorreva in quelle vene me la ritrovo, distillata, anche nelle mie e quindi, nonostante sembri andare tutto per il verso sbagliato, credo che noi italiani abbiamo il dono della pazienza. Proprio lei, la gran dama immobile, apre la strada alla tecnica, alla maestria e alla conoscenza che, come sappiamo bene, conducono alle cose belle e ben fatte.
Dicono che la bellezza salverà il mondo quindi, dopo aver battuto Gesù al suo stesso gioco, portare l'umanità fuori da questo tunnel nero in cui si è infilata, sarà un gioco da ragazzi.

-La zia Lenni

In tutte le cose la differenza la fanno i dettagli, quei piccoli deliziosi elementi che riescono a modificare cose immensamente più grandi di loro. Solitamente bisogna fare attenzione per coglierli, altre volte ti piombano letteralmente addosso.
Treno in direzione Serenissima, ipod che si scarica permettendo al gioioso bambino seduto difronte di insinuarsi in ogni mio neurone con la sua esuberanza. La madre, peggio di lui. Inevitabilmente vengo a sapere che stanno andando dalla Zia Lenni, nominata circa cento volte, per farle una sorpresa (anche se appena saliti iniziano a tempestarla di telefonate e foto per dirle che le stanno facendo una sorpresa). La Zia Lenni adorata, che vive dalle parti di Verona, compie gli anni e allora madre e figlio, che bravi che ometto come siamo belli, vanno a farle una sorpresa insieme ai nonni che, tranquilli, li aspettano alla stazione di Verona, così li portano dalla Zia Lenni per farle una sorpresa. Chiamiamo la Zia Paola, che sta a Venezia. Lei non riesce a venire, però le diciamo che stiamo andando a fare una sorpresa alla Zia Lenni. Ciao Zia Paola, come stai?

Dopo due ore di storia arriva la fermata Verona e, ribaltando mezzo vagone, mamma e pargolo scendono e io sospiro. Povera Zia Lenni. Dal canto mio sono finalmente libera di tornare in me stessa e nelle mie cose da fare, sotto un cielo sereno in una città effettivamente serena.
L'alba del giorno dopo si insinua nel mio sonno attraverso i rumori della casa vicina: i vicoli stretti della città rendono tutti gli abitanti coinquilini dello stesso appartamento. Una mamma che si prepara un caffè nella cucina difronte, in attesa della sveglia dei figli, condivide quel momento anche con te.
Piccoli tonfi, scalpitare, tazze latte cereali, i bambini invadono la vita della mamma e anche la mia. Avete dormito bene? Sì. Lo sapete che giorno è oggi? No. È il compleanno della Zia Lenni!
Fermi tutti. È un mio pensiero che esce dal dormiveglia o la vicina di una casa a caso in una città qualsiasi, ha detto che è il compleanno della Zia Lenni? Questa madre che beve il caffè è, niente poco di meno, che la Zia Paola di Venezia.
Quante Zie Lenni nate oggi ci possono essere nel mondo? Mi sento la vita inopportunamente invasa dalla sua.
Forse, dopo tutto, dovrei cercarla, questa Zia Lenni, e farle gli auguri anche solo per il fatto che, inconsapevolmente, è stata protagonista di uno di quegli incastri perfetti di dettagli.
Su un viaggio di quarantotto ore queste frasi sono nulla, ma se si pensa alla possibilità che una cosa così succeda davvero, rendono l'insieme unico e speciale. Auguri zia.

Ancora una storia poi ho finito.

-Ardente morbidezza

Quando si viaggia si imparano sempre delle lezioni. Spostarsi, anche se per poco, vuol dire portare se stessi e il proprio carico in situazioni altre, che sovente presentano elementi che non avevamo preso in considerazione. Come l'attrito.
Visitare luoghi nuovi solitamente include camminare per molte ore. Se lo si fa d'estate bisogna mettere in conto di farlo sotto un sole cocente, e quindi sudare e faticare. Bisogna munirsi di acqua, cappellino e mappa, concedersi il lusso della lentezza e delle soste. È consigliato un abbigliamento comodo e leggero, a costo di sacrificare l'eleganza.
A furia di sbagliare queste regole si imparano e, con l'esperienza, viaggiare diventa sempre più un piacere e sempre meno una fatica.
A meno che non decidiate di indossare una gonna.
In quel caso, se siete donne vere e quindi rotondette, entra in gioco il fattore attrito. Passo dopo passo i vostri portentosi interno coscia faranno l'effetto di un acciarino e, sfrega sfrega, rischiate l'autocombustione.
La soluzione che si presenta, dopo le mille promesse a se stesse di diete future, è solo una: la camminata da scaricatore di porto. Un piede butta a destra e uno a sinistra, le braccia dondolano vistosamente per accompagnare il movimento e il mento si alza, nel tentativo di mantenere un briciolo di dignità.
Sicuramente non si rischia di essere importunate e, una volta arrivate a casa, ci si sentirà come bambini. Sì, perchè l'unica cosa in grado di mettere fine al bruciore è la pomata per le irritazioni da pannolino dei neonati.

Meglio non raccontarle in giro queste cose, se vi succedono.  

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