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Sottoinsiemi 4 _ Entusiasmo

Tra i miei oggetti preferiti ci sono le porte e la carta da regalo. Dietro o dentro ci sono gatti, luci, gioia, delusione, possibilità. Sono oggetti coerenti con se stessi, integri moralmente e fisicamente, fino a quando noi non andiamo ad intervenire su essi. Sono nati custodi ma non egoisti, reggono con dignità il carico delle aspettative, consapevoli di essere destinati ad essere violati.

Sto pensando a questo con la mano sulla maniglia di casa, sbocconcellando il fatto che, una volta entrata, nessuno sbucherà urlando Evviva! da dietro il divano, che tanto è attaccato al muro, con pacchi e pacchettini sormontati da una torta grondante panna montata rosa.
Oggi me lo meriterei.
Se tocchi la porta è Tana! e nessuno può prenderti, un pacchetto fatto cura vuol dire tanto amore.
Dovrei scrivere Tingolo Libera Tutti sullo zerbino di casa.

Sono ancora sull'uscio, con la mano sulla maniglia. I vicini si staranno insospettendo, se non mi decido ad entrare finirò con il dover invitare a cena i poliziotti che avranno chiamato nel frattempo.
Oggi va bene tutto. Oggi me lo merito. Oggi sono stata wonder woman, cat woman, very woman!
Prima di aprire porte e regali ci si può permettere il tuffo verticale nello stomaco, tipico delle cose sconosciute, per poi praticare la scalata di risalita, vertebra per vertebra, con il brivido di entusiasmo.
Dove sto io adesso, la fase di vita non la soglia di casa, è tutto pieno di porte, regali e prime volte. Si impara di tutto e velocemente, come in prima elementare con l'alfabeto dove ogni lettera diventa qualcos'altro: io oggi mi sono svegliata nel letto come la nutella sul pane. Ho fatto la doccia con Aretha Franklin e cavalcato Falkor per andare a lavoro. Ho varcato la porta di cristallo dietro cui ho trovato cinque cavalieri armati di spatola e pennello, che hanno decorato il covo fatato, per allontanare gli spiriti malvagi e i folletti pidocchi.
Alla sera abbiamo raggiunto Jack, Daniel e Martin al bancone del bar e lì è partita la gara a chi arriva con il gomito più in alto. Al mio ritorno in tana ci ha pensato il Brucaliffo e quindi ecco me che fisso la porta di casa.
Sono abbastanza sicura che se raccontassi la mia giornata, non mi crederebbe quasi nessuno. Anzi qualcosa mi dice che metterebbero in dubbio la mia sanità mentale e, prima di tutto, sminuirebbero il mio entusiasmo. Povera giovane inesperta, direbbero, dici così perchè della vita e del lavoro non sai niente.
Se non ti giochi il ruolo da musone che ha già visto tutto e tutto il resto è noia, allora hanno il diritto di scoccarti quell'occhiata con sorrisetto. Quella con sopracciglia arricciate amorevolmente al centro e testa inclinata, come si guarda un Bambi allo zoo.
Ma se in questa commedia si sceglie il personaggio entusiasta, quello divinamente ispirato che crede in quello che fa e magari ci aggiunge anche un sorriso, vuol dire che sta scegliendo il suo ruolo tra il pagliaccio e il putto.
Penso a questo perchè mi hanno detto che fan tutti così, che alla fine si scelgono un ruolo e lo interpretano. Se io penso alla mia carriera da attrice mi viene in mente solo la recita all'asilo sul riciclo, in cui mi hanno messa a fare il cartoccio di estathè al limone, quando io bevo solo quello alla pesca.
Ho deciso: se me lo chiedono io faccio la porta impacchettata, così non parlo e faccio la mia sporca figura. Tutta tuffi e arrampicate, un'esperta di entusiasmo che farà accendere anche gli animi più vecchi.

“E' da un po' che non vedo la tua vicina.”
“Hai ragione. Ha cambiato porta e zerbino e poi è sparita”
“Bho, è sempre stata una tipa strana quella”
“Perbacco, lo spioncino sembra ammiccare...”

“Dai nonna andiamo, sono solo sciocchezze”.

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