La luce è scarsa ma calda. Traspira dalla parete tesa che sfioro: umida nel suo essere, quasi rosa. Devo iniziare a preparare le mie cose, a breve dovrò uscire e come ogni volta l'idea mi stringe lo stomaco. Il grande baule a tre scomparti che contiene l'attrezzatura è nel solito angolo buoi, mi spiace disturbare il suo riposo. Devo controllare che ci sia tutto e che sia in ordine: scomparto uno, lo “-scopio”, con strumenti di misurazione e percezione, pelli sensibili e visualizzatori ad ampio spettro. Sto sviluppando una nuova macchina per la comunicazione esterna ma è ancora un prototipo e questa volta mi aspetterà in laboratorio. Scomparto due: lastre impressionabili, inchiostri e grafiti mobili. Le capsule devono essere tutte piene per permettere una registrazione costante e simultanea dei dati rilevati. La struttura del mio archivio è imponente, lo riconosco. Tutto ciò che passa attraverso il baule finisce, per mezzo di un delicato sistema di catalogazione, qui...
E ti rispondo che non posso rispondere, devi cercare da te. (Walt Whitman _ Foglie d'Erba)