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Ancora sull'amore: esperimento xx _

Il frinire delle cicale si infila tra le liste inclinate delle imposte e raggiunge il cuscino fresco. Tra i primi veli del sonno mi godo il canto famigliare e impiego un attimo a rendermi conto che mi trovo nel centro di una metropoli.
È la prima volta in vita mia in cui provo sulla pelle tutte quelle storie sul vivere le città in agosto, soprattutto se si tratta di posti come Milano, che quando si svuotano lo fanno sul serio (come tutto del resto).
Tutte le serrande sono abbassate, se non fosse per i sempre aperti supermercati si rischierebbe la morte per fame e in giro si parla di tutto, tranne che l'italiano. Sui quattro palazzi del mio cortile sono l'unico appartamento con una luce accesa e questa calma è quasi claustrofobica, sicuramente un po' inquietante.
In questa ambientazione alla Richard Matheson il canto delle cicale diventa un ticchettio, uno scandire, un contare non pecore, ma uomini (le battute si sprecano). Il fatto che un tale scenario evochi il genere umano maschile è molto significativo, perchè da qualche parte nel mondo, una ventina di anni fa, deve essere avvenuta una qualche mutazione genetica che ha generato ciò che ora ci troviamo tra le mani, per non dire tra i piedi.
Come ci ricorda la sempre santa Bridget Jones essere single è complicato a qualunque età, non per chi ne riveste i panni ma per chi sta intorno. Sembrano andare tutti in agitazione: amici, parenti e possibili avventori. Quando si passano diversi anni in questa disdicevole condizione, si sviluppano una serie di rare qualità quali l'indipendenza, l'indifferenza e, fortunatamente, il sarcasmo.
Prendiamo quindi una ragazza con un quarto di secolo, carina, vagamente colta ma istruita, con capacità di sopravvivenza tra la città e la campagna e, elemento di spicco, in grado di passare anche ventiquattro ore con la sola compagnia di se stessa (o agosto a Milano).
I buoni partiti, alla nostra veneranda età, iniziano a scarseggiare e sul mercato rimangono solo gli esseri colpiti più duramente dalla mutazione genetica avvenuta a inizio secolo.
Quindi la storia d'amore tipica della ragazza in questione è abbastanza semplice: se per fortunati allineamenti astrali concede l'onore della sua attenzione ad un fanciullo di passaggio, si mettono in moto i meccanismi di mancanze affettive diligentemente coltivati negli anni passati. Si avvicina cautamente, sorride, parla poco e ascolta ogni cosa, sbattendo occhioni e puntando su commenti intelligenti. Sfoggia naturalezza in comportamenti maschili e sensualità nei momenti opportuni; conversazioni mai noiose e interessi frizzanti. Questo sforzo disumano ovviamente non viene minimamente registrato dall'altra parte, quella del fortunatissimo uomo preso in considerazione dalla giovane. Pronta a impegnarsi ma senza soffocare, non fa la preziosa ma neanche la gelosa. Eppure niente, l'encefalogramma dall'altra parte non da segni di vita o di gratitudine e, nel giro di poco tempo, lui ringrazia per lo splendido tempo trascorso insieme e riversa amore e attenzioni, questa volta per davvero, su un insignificante esserino di passaggio, sicuramente meno bella, più stupida e meno simpatica (a detta della nostra ragazza ovviamente).
Rabbia, dolore, frustrazione, rifiuto, voglia di spaccare piatti (e un almeno un paio quella fine la faranno) e umiliazione: che cosa ha di sbagliato quel mentecatto per non capire l'immenso, smisurato valore della nostra giovane? Una mutazione genetica operata dal governo in gran segreto su tutto il genere maschile, una ventina di anni fa. Ecco l'unica risposta possibile.

Non importa, la prossima volta andrà meglio e al diavolo gli ormoni che iniziano a strillare maternità o gli occhi che si inumidiscono ad ogni abito vagamente bianco.
Essere migliori, superiori e agguerrite vuol dire disprezzare bambini, odiare l'organza e finanziare canili, gelatai e produttori di vino.

Gli uomini sono organismi geneticamente modificati e io compro solo bio e sono pure vegetariana.

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