Lenta scendo nel bianco,
mangio aria delicata
profumata.
Chi mi accoglie giunta in fondo,
sono io. Riflessa.
Guardo meglio e vedo luce.
Mi parla di albe e di tramonti
di ricordi che non posso ricordare.
Rimane addosso la sensazione di un amore,
che forse ho lasciato andare.
Se io fossi un sentimento
non saprei parlare d'altro
che del rosa che racchiudi.
Un giallo morbido,
un blu rarefatto,
un celeste che sa di ambra.
Guardo ancora
guardo meglio.
Sento estate e primavera,
la peluria dell'albicocca
il sapore del limone.
In assoluto più in alto brilla
la dolcezza di un colore.
Luce, c'è qualcosa che non mi hai detto:
io ascolto ma non ti sento.
Proteggi e narri quei momenti
in cui viviamo nudi
guardando al cielo,
in attesa di un congedo da te.
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