Quando entro in cucina la mattina, ho sempre la sensazione che il tempo non ricomincerà a scorrere mai più. Con la sua luce bassa sul lavandino, mi prude tutta la pelle mentre preparo il caffè. Il silenzio è più vero che non di notte, quando i sogni ti assalgono con rumore e senza preavviso, nella mattina c'è lo sforzo di riportare a galla i pensieri, come una rete da pesca incagliata sul fondo del mare. Il rubinetto lancia una goccia sul metallo, mi gratto a fondo, si staccano le prime scaglie di derma, il caffè sale, almeno lui. Guardo la foglia secca che rimane tenacemente attaccata al suo ramo, sarei brava con le piante, se solo non morissero tutte. Potrei essere brava anche con la mia vita, se solo non mi divorasse il vuoto, se solo non mi prudesse così tanto la pelle. Lascio che il fastidio mi pungoli ancora un po' prima di cercare sollievo, appollaiata sulla mia sedia, il caffè, la luce. Un'unghia segue il bordo dell'ombelico, è irritato, cerco di non f
Amore dice di volermi raccontare una storia. Siamo insieme da così tanto che ormai ci confondiamo, ci sfumiamo dentro. Vuole fare una gita, mi porta in un grande prato, quelli che non servono a niente se non alle api e ai fiori piccoli, alle formiche e a chiunque vive lì. L'erba è alta, fa il solletico, prude, ma Amore mi porta al centro e ci sediamo, in silenzio, occhi negli occhi, respiriamo. Lascia passare il volo di farfalle e insetti, non ha mai fretta quando siamo insieme ed è una cosa che adoro, perché diventa tutto più vero. E da quel tempo denso mi chiede: «V uoi imparare a vedermi? » Lo fisso. Lo fisso e non capisco. Lo fisso e mi spavento. Lo fisso e mi sento ferita. Alzo gli scudi e mi difendo: «I o ti sto guardando, ti guardo di continuo, ti osservo in ogni tua cosa, saprei raccontare tutte le sfumature del tuo corpo, i sorrisi, le mani, le ossessioni, gli umori. Tutto, ho imparato tutto, sono affezionata a tutto. » « E questo ti rende cieca » rispon