Uno delle tematiche principali che
attraversa tutto il film Titanic (Jack for president!) è la
differenza tra le classi sociali. Una lussuosa, esagerata e triste
prima classe, contro una squallida e frizzante terza classe. I primi
disonesti e con mancanze di virilità, i secondi (o terzi) onesti e
sorridenti, sicuri del loro niente.
Questa fiaba nella tragedia è ciò che
dona al film quel tocco di magia che si cerca faticosamente nella
vita reale e che sta così bene alla finzione.
Ogni volta si finisce per versare
lacrime, forse più per l'ottimismo che impregna la storia che non
per il ghiacciolo Jack.
Andando avanti con l'età si diventa
più cinici ma anche sentimentali e si vedono significati sempre
diversi, anche se il film è sempre lo stesso. Non ci si stanca mai
perchè se la storia ti parla, ogni volta è capace di raccontare
qualcosa di diverso.
Questa volta, ad esempio, mi ha
raccontato dei giovincelli (alle prese con i primi cedimenti fisici e
non), che si arrabattano su una nave comandata da vecchietti duri a
morire.
I primi hanno decisamente perso il
bacio della fortuna e frizzano nonostante lo squallore. I secondi
esagerano e fanno tristemente finta di non vedere.
Ma non importa, non è di questo che
voglio parlare, voglio raccontare la mia scena preferita di Titanic:
il ballo in terza classe.
L'ambientazione è perfetta per
qualunque ventenne: ambiente fumoso, musica, birra a fiumi, gente che
ci prova con gente, tutto da manuale. In questa festa ci sono
personaggi diversi e di loro voglio raccontare: c'è una ragazza
molto bella, che si dimentica sempre di esserlo. È così svampita da
diventare affascinante ma è la più grande inseguitrice di sogni del
mondo. Le piace fare del bene alla gente, avere ideali e, un po'
perchè può permetterselo un po' perchè non le importa, si
dimentica sempre del fattore retribuzione. Con il suo entusiasmo
muove le folle, ricorda quella donna francese che scavalca cadaveri
con la mano al cielo, benché sia lenta come una lumaca. La potenza
del suo carisma la porterà lontano, anche se prima o poi uscirà di
casa in mutande, perchè ha scordato di indossare i pantaloni.
Poi c'è un ragazzo che ha piantato i
piedi nel mezzo di una tempesta e sta fermo, a lottare contro ogni
fiocco di neve che gli arriva in faccia. Si è posto un obiettivo
alto ed è così deciso a raggiungerlo da battere le più assodate
leggi della chimica e forze della fisica. Come un prestigiatore, è
una gioia anche solo starlo a guardare.
Sulla pista troviamo un'altra fanciulla
dai lunghi capelli, che non si sa come sono sempre belli. È
difficile da scorgere perchè per anni l'hanno rivestita con gusci di
fango, ma adesso lei sta danzando e urlando, elegante e luminosa. È
un essere delicato che anziché fare a pezzi il manto di fango ha
imparato a farsene beffa e lo porta in giro con onore, perchè la
cosa più difficile, molte volte, è essere superiore.
La stanza si fa sempre più affollata e
ci sono infinite storie che meritano di essere raccontate: chi ha
votato la sua vita alla cultura e alla conoscenza per non lasciarsi
catturare dalle grinfie della depressione; chi ha lasciato il cuore a
casa e porta il corpo in giro per il mondo, per lasciarsi colmare
dall'amore degli altri; e chi ancora va sull'altalena senza rendersi
conto che è diventato troppo pesante e a breve la catena lo lascerà
con il sedere a terra.
Questo e molto altro alla festa in
terza classe, come sono andate poi le cose nella storia lo sappiamo
tutti e i parallelismi con quello che sta succedendo adesso, sono
tanti.
Non sto riempiendo pagine di false
speranze sui giovani, nonostante tutto io penso davvero che siano
gente carina. Peccato solo per il fattore sfiga.
Ma come insegna il Titanic, anche
quando si impara a sputare bisogna tenere la testa alta.
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