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Happy b-day Sottoinsiemi – 1

La matematica è una donna bellissima che non se la tira. È magnifica sotto ogni punto di vista e chi la odia lo fa solo perchè sa che non potrà mai farla sua. È così eclettica da avere in sé anche elementi minori, più semplici e deliziosi, come i sottoinsiemi. Questi sono, per definizione (personalizzata), adorabili elementi di un sistema più grande e complesso con cui condividono qualcosa, mantenendo una certa indipendenza. I sottoinsiemi sono estremamente intelligenti, mica dei pecoroni.
Quando penso a loro mi sale quel risolino vezzoso che solitamente dedichiamo ai neonati (solo quelli belli) o ai cani (loro sono belli tutti). Tanto che ho sempre sognato di trovare un peluche a forma di sottoinsieme da stritolare o di avere il coraggio di travestirmici a carnevale.
Trovando difficoltose le precedenti ipotesi, ho deciso di aprire una rubrica in loro onore: nasce quindi Sottoinsiemi – (e poi un numero crescente in base alle uscite). In pratica ho deciso di aprire un'ulteriore spazio alla libera e sfacciata interpretazione del mondo, per mezzo della quale modellerò parole varie su personalissimi significati (solo roba carina) .
Secondo la struttura dei sottoinsiemi in matematica: contengono un pezzetto dell'insieme grande, ma non vi combaciano alla perfezione.

Per il numero 1 ho tracciato un ghirigoro attorno alla parola giudizio. Ne siamo letteralmente atterriti, ci influenza l'esistenza in ogni aspetto. Dicono che con gli anni va scemando, ma non è vero. Quello degli altri, verso noi stessi e quello dei genitori (oddio), fanno parte di noi da quando impariamo il nostro nome a quando lo dimentichiamo.
Dal momento che sembra impossibile liberarsene, ho deciso di imporre nuove regole di convivenza: il giudizio è la conseguenza di un'esposizione verso l'esterno. Vuol dire che qualunque cosa abbiamo fatto o anche solo pensato, ha innescato una reazione, che non sempre risulta piacevole. Una delle regole più belle del nostro ecosistema è il costante movimento, il flusso continuo tra cose e persone; il giudizio è una delle onde di questo fiume e permette di mantenersi vivi. A noi sta trovare gli strumenti per non affogare e non prendersi troppo sul serio è quasi sempre un buon salvagente. Uno dei motti del successo è che non conta se bene o male, l'importante è che se ne parli: anche se vagamente superficiale è un buon approccio per iniziare ad esporsi, senza stare a preoccuparsi. Partiamo dal piacere di lasciarci giudicare, siamo in piedi davanti ad una bilancia e abbiamo l'occasione di conferire alle cose il loro reale peso, quello che hanno per noi.  

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