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Oggi ho imparato che_

Una chiacchiera sempre più ricorrente tra le giovincelle di venti e passa anni, riguarda la questione figli e il fatto che no grazie, ne faccio a meno. Sembra che l'istinto materno si sia un po' annacquato negli ultimi decenni e che gli ormoni si mettano a gridare un po' dopo rispetto al solito.
Il corpo è mio ci faccio quello che voglio, sono una donna indipendente, io un essere umano su questa terra non lo faccio nascere...un sacco di motti post femminismo corrono di bocca in bocca alimentando il mercato di cani, gatti, piante e spingendo la pampers a lanciare una nuova linea di sacchettini per la raccolta cacche (fonte non attendibile).

Per quanto mi riguarda sono sempre stata una bambina devota alle bambole, con una gigante idea di me come patrona assoluta della casa e dei miei mille pargoli-schiavetti. Cucino, pulisco, rammendo come una vera signorina ma tant'è che l'ondata di uteri sterili ha raggiunto anche me.
Adoro i bambini degli altri perchè ad un certo punto posso restituirli: questo era il motto con cui mi difendevo dagli sguardi di compassione degli adulti, fino a quando una gelida e lunga tempesta di singlitudine non ha colpito la mia vita (e non accenna a mollare a quanto pare).
Credo di aver attraversato tutte le fasi a cicli continui di “singola” passando da “Geordie che corre felice in un prato, nel suo bel mondo che pare fatato” a “dammi una lametta che mi taglio le vene” a “rossetto e cioccolato e non mangiarli sarebbe un peccato”, “salvatevi voi, per me non c'è più speranza”.
Il fatto che la mia “fase” si stia protraendo nel tempo fa di me una veterana e quindi con diritto di parola su tutto e tutte e anche la questione bambini si-bambino no, l'ho già vissuta in varie stagioni.
Questa saggezza da adorabile tartaruga mi aveva spinta nel limbo di placida attesa - che la vita lo sa cosa è meglio per noi, l'importante è che non smettiamo di crescere e conoscerci.
Una domenica soleggiata e solitaria non fa più paura, anzi è un'occasione speciale per fare davvero tutte quelle cose che sono nella sezione Domani. In mancanza di spettatori godo delle magnifiche qualità che la mia persona racchiude e mi nutro deliziosamente, mi faccio il bucato, mi canto canzoni e mi faccio regali come andare a vedere un incantevole cartone al cinema.
Sono entrata nella grande sala vellutata con le migliori intenzioni di farmi gli affari miei e sono uscita con il mio utero in mano intenzionata a non riprodurmi mai mai mai e poi mai. Il fattore scatenante non sono stati i bambini e la loro natura fastidiosa ma i genitori e la possibilità, un giorno, di diventare una di loro. Mi ritrovo in un panico senza ritorno. Questi esseri sono un concentrato di radiazioni negative che vanno dall'ansia allo zelo; entrare da soli ad uno spettacolo per bambini vuol dire essere marchiati come pericolo per i loro pargoli ma non capiscono che dovrebbero essere preoccupati per loro stessi. Avrei voluto scagliargli contro decine di malefici e aizzare i bambini isterici. Si muovono a scatti tanto sono tesi, hanno la vena sempre gonfia e sicuramente non si stanno godendo la domenica in famiglia. I pochi papà presenti guardano il soffitto o il cellulare e le mamme sfoggiano agonismo e competizione su chi ce l'ha più bello, sembrano tutti più stupidi dei figli che puntualmente, vista l'atmosfera, riportano allegre nevrosi.


Quella che sullo schermo era una fiaba ma per me è stato un film dell'horror che mi ha portato ad una nuova e decisa posizione: visto che non è giusto giudicare le gente perchè non posso calarmi fino in fondo nei loro panni, ho deciso di imparare a scaricare i film sul computer e comprare del terriccio migliore per le mie sempre più numerose piante.   

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