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Buona notte ai sognatori _ (caleido_3)

La sabbia gli scricchiola tra i denti e il sale finisce il lavoro: lo scirocco gli ha servito la cena dritta in bocca. Sul monte questa sera ci sono lui e due cassonetti pieni, tutti a guardare l'orizzonte e la foresta scura che lo popola. I lunghi tronchi grigi pungono il cielo e si aprono in chiome dense che spodestano le nuvole, umiliandole. Le radici non si vedono, ma sono facili da intuire con i loro filamenti velenosi che si srotolano nel mare, nutrite da Thanatos con amore.
Neanche i pesci si fidano più di quell'acqua, a confronto anche i pescatori gli sembrano amici sinceri.

Il profumo dolce della putrefazione che arriva dai cassonetti gli sta strizzando il fiato, ma questa sera vuole sfidare il sole fino alla fine, per vedere quanto coraggio ci vuole ad illuminare questa terra. È una messa in scena crudele che può capire solo chi conosce l'amore: quello di sua madre per l'aspirapolvere, di suo padre per la lasagna della nonna e il suo per il mare.
Qualcuno di grande una volta ha scritto che se conosci davvero il mare non ti sentirai mai solo, anche abbandonato in una tempesta. Prima che le acque si richiudano avrai già un pesce accanto.
Lui sulla terra ferma si ritrova al massimo in compagnia di due cassonetti a guardare la ritirata del sole.

Mentre torna a casa ripensa al discorso della prof sul fatto di farsi degli amici, e ha ragione ma a lui piacciono i libri, o meglio gli piace il riquadro bianco che sta intorno e tiene tutte le parole in ordine nella pagina. È una cosa semplice che contiene cose complesse, le persone invece sono complesse e basta. Solo le spose quando si sposano hanno il riquadro bianco in testa, poi passa anche quello.

Nella fontana senza testa della piazza principale c'è Micio, il gatto più grasso del paese: anche lui è senza amici ma perchè è il capo e chi fa il furbo lo mena. Sta sempre in quel punto a quest'ora perchè arriva l'aria buona dalle finestre: pomodoro, cipolla, basilico, vino sfumato, coniglio saltato e melanzane. Mamme grosse, non grasse, che sono le regine delle polpette, del latte di mandorla e della granita al limone. Papà con le mani e le braccia enormi a cui hanno tolto i polmoni per far spazio al cuore.

Lui si ferma un po' con Micio, che è meglio dei cassonetti, a guardare il cielo che ha il colore delle more, e ripensa all'indovinello che gli hanno fatto a scuola. Ci sono due stanze che confinano tra loro per mezzo di un grosso muro senza aperture e impossibile da distruggere. Nella prima è contenuta tutta l'efficenza e l'onestà del mondo, però è troppo gelida per sopravviverci; mentre la seconda è colma di empatia, socialità e ospitalità, ma è troppo calda per poter sopravvivere. Noi abbiamo a disposizione una valigia piena di strumenti e dobbiamo trovare il modo di far comunicare le due stanze (divise dal muro indistruttibile). Come si fa?

Tra i due il più vicino alla risposta è sicuramente Micio.

Nel cielo si riescono ancora ad intravedere le pesanti chiome grigie e, mentre il suo stomaco sta decidendo quanta pasta riuscirà a far stare, a lui viene in mente una cosa: non hanno il soffitto!

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