La sabbia gli scricchiola tra i denti e
il sale finisce il lavoro: lo scirocco gli ha servito la cena dritta
in bocca. Sul monte questa sera ci sono lui e due cassonetti pieni,
tutti a guardare l'orizzonte e la foresta scura che lo popola. I
lunghi tronchi grigi pungono il cielo e si aprono in chiome dense che
spodestano le nuvole, umiliandole. Le radici non si vedono, ma sono
facili da intuire con i loro filamenti velenosi che si srotolano nel
mare, nutrite da Thanatos con amore.
Neanche i pesci si fidano più di
quell'acqua, a confronto anche i pescatori gli sembrano amici sinceri.
Il profumo dolce della putrefazione che
arriva dai cassonetti gli sta strizzando il fiato, ma questa sera
vuole sfidare il sole fino alla fine, per vedere quanto coraggio ci
vuole ad illuminare questa terra. È una messa in scena crudele che
può capire solo chi conosce l'amore: quello di sua madre per
l'aspirapolvere, di suo padre per la lasagna della nonna e il suo per
il mare.
Qualcuno di grande una volta ha scritto
che se conosci davvero il mare non ti sentirai mai solo, anche
abbandonato in una tempesta. Prima che le acque si richiudano avrai
già un pesce accanto.
Lui sulla terra ferma si ritrova al
massimo in compagnia di due cassonetti a guardare la ritirata del
sole.
Mentre torna a casa ripensa al discorso
della prof sul fatto di farsi degli amici, e ha ragione ma a lui
piacciono i libri, o meglio gli piace il riquadro bianco che sta
intorno e tiene tutte le parole in ordine nella pagina. È una cosa
semplice che contiene cose complesse, le persone invece sono
complesse e basta. Solo le spose quando si sposano hanno il riquadro
bianco in testa, poi passa anche quello.
Nella fontana senza testa della piazza
principale c'è Micio, il gatto più grasso del paese: anche lui è
senza amici ma perchè è il capo e chi fa il furbo lo mena. Sta
sempre in quel punto a quest'ora perchè arriva l'aria buona dalle
finestre: pomodoro, cipolla, basilico, vino sfumato, coniglio saltato
e melanzane. Mamme grosse, non grasse, che sono le regine delle
polpette, del latte di mandorla e della granita al limone. Papà
con le mani e le braccia enormi a cui hanno tolto i polmoni per far
spazio al cuore.
Lui si ferma un po' con Micio, che è
meglio dei cassonetti, a guardare il cielo che ha il colore delle
more, e ripensa all'indovinello che gli hanno fatto a scuola. Ci sono
due stanze che confinano tra loro per mezzo di un grosso muro senza
aperture e impossibile da distruggere. Nella prima è contenuta tutta
l'efficenza e l'onestà del mondo, però è troppo gelida per
sopravviverci; mentre la seconda è colma di empatia, socialità e
ospitalità, ma è troppo calda per poter sopravvivere. Noi
abbiamo a disposizione una valigia piena di strumenti e dobbiamo
trovare il modo di far comunicare le due stanze (divise dal muro
indistruttibile). Come si fa?
Tra i due il più vicino alla risposta
è sicuramente Micio.
Nel cielo si riescono ancora ad
intravedere le pesanti chiome grigie e, mentre il suo stomaco sta
decidendo quanta pasta riuscirà a far stare, a lui viene in mente
una cosa: non hanno il soffitto!
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