Nella nostra quotidianità il senso che usiamo più frequentemente è la vista. Ci fidiamo ciecamente dei nostri occhi e lasciamo loro facoltà di giudizio: aspetto, superficialità e prima impressione sono il pane quotidiano attorno a cui abbiamo costruito società e mentalità, curando il nostro aspetto con dettagli carichi di silente significato. Generalizzo dicendo che tutto passa attraverso la vista perché non mi sento di spendere parole di critica minuziosa su questo, ma voglio invece fare un elogio a quello che i miei occhi mi stanno permettendo di vedere. Gli indiani sono un popolo bellissimo e in modo particolare lo sono ragazzi: semplici, profondi, mozzafiato. Partiamo dai loro di occhi: scuri e intensi, sempre molto grandi o con un taglio orientale che riporta all'immaginario dell'infanzia. Sono l'incarnazione del tanto agognato principe azzurro ma in una versione migliorata, senza colori pastello dai toni vezzosi si trasformano in cavalieri dalle armature d'or
E ti rispondo che non posso rispondere, devi cercare da te. (Walt Whitman _ Foglie d'Erba)