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Senza giudizio_

Ho assistito alle conseguenze dell'amore sbagliato.
Ho assistito ma non ho guardato, perché l'aria racchiude tutta la carica emotiva sufficiente per scuotere l'anima, senza bisogno di ricorrere agli occhi per soddisfare curiosità ignoranti.
Tutto ciò che ho visto è stata una precisa porzione di terra difronte a me, piccoli piedi veloci e, per un instante, il viso sconvolto dal pianto di una bambina. Tutto più che sufficiente perché intorno a me il dolore e la rabbia saturavano ogni centimetro, fino ad avvolgermi, penetrarmi, comprimermi.
Ho sfoderato la mia corazza migliore, il sangue più freddo che possiedo e ho provato a smettere di sentire, ma la voce delle persone, se lanciata nell'aria senza impostazioni, si trasforma in un grido ancestrale che rivolta dall'interno. Non si serve dell'orecchio per farsi sentire, punta dritta allo stomaco e vi esplode: una disperazione così sincera da racchiudere tutte le ingiustizie del mondo; una rabbia distillata fino all'essenza che non si cheta neanche con la violenza.

I sentimenti e la ragione non hanno ruolo nè spazio in questa storia, ci sono solo il corpo di una donna che si unisce a quello dell'uomo sbagliato, generando una nuova vita. Ci sono i corpi estranei che come conseguenza agiscono per distruggere, pezzo dopo pezzo, colpo su colpo.
Le Regole sono il confine ultimo della ragione umana e se lo si oltrepassa, si entra nel regno delle bestie che fanno del dolore l'unica via di comunicazione: uomini o animali non fa differenza.
Chissà cosa hanno pensato i due corpi che, uniti, hanno varcato quel confine. Chissà se sapevano che sarebbero finiti frantumati nel corpo e nello spirito, senza possibilità di rimettere insieme i pezzi.

Io sono esplosa con loro: ogni centimetro del mio corpo ha compiuto una torsione su se stesso, nello strazio di voci di rabbia e disperazione. In parte me ne vergogno perché quella in frantumi non è la mia vita, non sono le mie ossa, ho solo reagito per osmosi e perché in certe situazioni l'indifferenza non è possibile.
Come quando al mare arriva un'onda grossa che non ci aspettiamo e annaspiamo grattando sul fondo per qualche secondo. Poi il mare si ritira e noi torniamo a respirare, ma il corpo ancora trema per la sorpresa e anche un po' di paura.

Questa volta però non siamo riemersi tutti al passare dell'onda. Lui, lei e la loro unione sono rimasti sotto, colpevoli.  

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