Lo ammetto, sto volontariamente scrivendo pezzi vaghi e fumosi, con parole carine accostate tra loro e punteggiatura varia: sto cercando di proteggere quello che sto vivendo. Amo le parole ma sono anche convinta che non si possa affidare loro qualunque cosa. Capita che la danneggino, per quanto magistralmente usate, non sempre rendono giustizia fino in fondo all'evento narrato, facendogli perdere l'aura speciale. Quindi si, sto tergiversando e inventando perché nel mondo della fantasia non posso sciupare nulla, solo creare del nuovo.
Prima di allontanarmi nuovamente dal punto centrale della questione, direi che è doveroso narrare qualche evento concreto su ciò che sta accadendo qui, perché saremo anche in India ma si lavora sodo!
I giorni corrono senza riuscire a stargli dietro, quindi la cronologia non è delle più esatte ma fatti e persone sono reali e attuali.
La giornata tipo inizia presto (almeno per me, ma non crediamo nelle sveglie) e verso le 6.30 mi godo le prime luci e il silenzio della casa. Ancora intorpidita sgranchisco le ossa con un'oretta di yoga tranquillo (l'insegnante è davvero carino), colazione speziata e piccante per tutti e, con lo stomaco che chiede pietà, ingraniamo con le attività.
Il team che ci sopporta è composto da giovani ragazzi indiani che si fanno in quattro per farci vivere una grande esperienza, e ci stanno riuscendo con successo. Grazie al loro duro lavoro stiamo vivendo un'India senza filtri, vera e potente; ci spingiamo fino ai villaggi più remoti con lunghe camminate e viaggi adrenalinici sui tetti delle macchine. Fino ad ora abbiamo incontrato tantissime tribù che si dedicano ad una vita dura ma semplice nella quale credono e che proteggono magistralmente. Orgogliosi di quello che sono e fanno ci accolgono curiosi e disponibili a raccontare storie e a coinvolgerci nella loro quotidianità.
Ovviamente questo prevede l'andare contro tutte le regole del "buon viaggiatore" sul cibo, l'igiene e tutto il resto, ma ne vale assolutamente la pena perché qui la parola "turista" non è contemplata: dentro o fuori.
Alla sera rientriamo stanchi e polverosi, carichi di stimoli ed emozioni che fanno male al petto, storditi da una vita senza i filtri a cui non siamo abituati, e inevitabilmente ci prolunghiamo in chiacchiere e confronti.
Un dettaglio che mi sento di raccontare riguarda un altro dei miei sensi. Recuperato l'udito mi sono resa conto di non riuscire a distinguere chiaramente gli odori: un po' per la grande quantità di polvere che respiriamo, ma soprattutto perché ho realizzato di non possedere un "archivio olfattivo" di questo posto, non riuscendo così a riconoscere e percepire a pieno gli odori che mi circondano. Con il passare dei giorni anche questo aspetto sta mutando e mi sento una bambina ai passi, perché percepisco continuamente qualcosa di nuovo e inaspettato, che fino al giorno prima non conoscevo (inutile precisare che non sempre sono sorprese piacevoli. Lol).
Con un bagaglio così carico e in continua crescita, avvertiamo tutti il bisogno di esprimerci e i nostri progetti artistici stanno prendendo forma, in direzioni diverse ma comuni.
Per quanto mi riguarda ho iniziato a lavorare su un racconto lungo che attinge a tutti i miti e i riti che sto vivendo e che stanno prendendo una forma inaspettata e fantastica nella mia testa (spero solo di avere le capacità di raccontarla nel migliore dei modi).
In parallelo procedo con la ricerca "seria" sulla relazione tra l'arte e una nazione in forte sviluppo ( e qui resto vaga perché districarmi in tutto questo sta diventando una faccenda impegnativa!).
Per concludere alcuni classici dall'India per veri appassionati:
Adoro le spezie, ma vi prego datemi una pizza e un caffè.
Se pensate che due persone su una moto sono già troppe, provate ad avere quattro figli, una moglie e una capra in India e scoprirete che le leggi della fisica sono tutte sbagliate.
"Se un indiano ti dice che "lo farà domani" lo devi prendere sul serio, perché anche domani ci sarà un domani" (insomma non lo farà mai e questa frase mi è stata detta da un indiano!).
Io intanto mi innamoro ogni giorno di più di tutto.
Prima di allontanarmi nuovamente dal punto centrale della questione, direi che è doveroso narrare qualche evento concreto su ciò che sta accadendo qui, perché saremo anche in India ma si lavora sodo!
I giorni corrono senza riuscire a stargli dietro, quindi la cronologia non è delle più esatte ma fatti e persone sono reali e attuali.
La giornata tipo inizia presto (almeno per me, ma non crediamo nelle sveglie) e verso le 6.30 mi godo le prime luci e il silenzio della casa. Ancora intorpidita sgranchisco le ossa con un'oretta di yoga tranquillo (l'insegnante è davvero carino), colazione speziata e piccante per tutti e, con lo stomaco che chiede pietà, ingraniamo con le attività.
Il team che ci sopporta è composto da giovani ragazzi indiani che si fanno in quattro per farci vivere una grande esperienza, e ci stanno riuscendo con successo. Grazie al loro duro lavoro stiamo vivendo un'India senza filtri, vera e potente; ci spingiamo fino ai villaggi più remoti con lunghe camminate e viaggi adrenalinici sui tetti delle macchine. Fino ad ora abbiamo incontrato tantissime tribù che si dedicano ad una vita dura ma semplice nella quale credono e che proteggono magistralmente. Orgogliosi di quello che sono e fanno ci accolgono curiosi e disponibili a raccontare storie e a coinvolgerci nella loro quotidianità.
Ovviamente questo prevede l'andare contro tutte le regole del "buon viaggiatore" sul cibo, l'igiene e tutto il resto, ma ne vale assolutamente la pena perché qui la parola "turista" non è contemplata: dentro o fuori.
Alla sera rientriamo stanchi e polverosi, carichi di stimoli ed emozioni che fanno male al petto, storditi da una vita senza i filtri a cui non siamo abituati, e inevitabilmente ci prolunghiamo in chiacchiere e confronti.
Un dettaglio che mi sento di raccontare riguarda un altro dei miei sensi. Recuperato l'udito mi sono resa conto di non riuscire a distinguere chiaramente gli odori: un po' per la grande quantità di polvere che respiriamo, ma soprattutto perché ho realizzato di non possedere un "archivio olfattivo" di questo posto, non riuscendo così a riconoscere e percepire a pieno gli odori che mi circondano. Con il passare dei giorni anche questo aspetto sta mutando e mi sento una bambina ai passi, perché percepisco continuamente qualcosa di nuovo e inaspettato, che fino al giorno prima non conoscevo (inutile precisare che non sempre sono sorprese piacevoli. Lol).
Con un bagaglio così carico e in continua crescita, avvertiamo tutti il bisogno di esprimerci e i nostri progetti artistici stanno prendendo forma, in direzioni diverse ma comuni.
Per quanto mi riguarda ho iniziato a lavorare su un racconto lungo che attinge a tutti i miti e i riti che sto vivendo e che stanno prendendo una forma inaspettata e fantastica nella mia testa (spero solo di avere le capacità di raccontarla nel migliore dei modi).
In parallelo procedo con la ricerca "seria" sulla relazione tra l'arte e una nazione in forte sviluppo ( e qui resto vaga perché districarmi in tutto questo sta diventando una faccenda impegnativa!).
Per concludere alcuni classici dall'India per veri appassionati:
Adoro le spezie, ma vi prego datemi una pizza e un caffè.
Se pensate che due persone su una moto sono già troppe, provate ad avere quattro figli, una moglie e una capra in India e scoprirete che le leggi della fisica sono tutte sbagliate.
"Se un indiano ti dice che "lo farà domani" lo devi prendere sul serio, perché anche domani ci sarà un domani" (insomma non lo farà mai e questa frase mi è stata detta da un indiano!).
Io intanto mi innamoro ogni giorno di più di tutto.
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