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Il Tipo_

Per la prima volta nelle mie perlustrazioni indiane, ho visitato città e monumenti famosi.
Qui mi sono imbattuta in questa fauna multicolore di turisti che mi ha sorpresa, abituata come ero a stare tra capre e mucche tutto il tempo. Non so perché ma non avevo mai preso in considerazione il fatto che l'India potesse essere piena di turisti bianchicci ma dal momento che me li sono trovata davanti, non ho potuto fare a meno di analizzarli, come si fa con le nuove specie animali.
Inizialmente possono apparire tutti uguali, modellati con lo stampino "India" con capelli arruffati, pantalone largo, maglia cadente e tanti gingilli a decoro; ma se osservati con maggiore attenzione rivelano sottili ma importanti differenze.
Dopo attenta analisi posso riassumerli in cinque tipi:
1- Prima Volta. Riconoscibile dallo sguardo impaurito e acceso da ardente curiosità, il turista che si avventura per la prima volta in India compie una battaglia con le paure che si è portato da casa. Si aggira in zone conosciute e riconoscibili, visita i luoghi consigliati, mangia in posti il più occidentali possibile e si avvinghia allo zainetto come circondato da una mandria di ladri. Nonostante questo è pervaso da una forte adrenalina e si sente orgoglioso del suo coraggio di essersi avventurato in una terra tanto ostile e diversa. Nel giro di pochi giorni si può assistere ad una mutazione nel suo stile: il turista alla Prima Volta cerca di mimetizzarsi il più possibile con l'ambiente circostante, sfruttando il cambio di valuta favorevole per rifarsi l'intero guardaroba, facendosi fregare, il più delle volte, dagli scaltri commercianti indiani.
2- Il Solitario. Questo viaggiatore si aggira solo tra la folla, con sguardo duro ma sognante, come colui che ha abbandonato affetti e certezze per seguire una strada diversa e tortuosa. Sempre pronto a nuovi incontri e a farsi trascinare nelle situazioni più assurde, tiene un diario per raccontare (e cuccare) al ritorno in patria, insieme a foto di vecchi e bambini indiani "di una bellezza indescrivibile". Se uomo si lascia crescere una folta barba, se donna porta i capelli con noncuranza sulla nuca, in entrambi i casi sono per lo più giovani "in cerca di loro stessi", sicuri di trovare in una lingua che non conoscono le risposte alle loro domande sulla vita. Solitamente li si vede viaggiare con un bagaglio abbastanza piccolo che si trasforma presto in un tripudio di decori e oggetti acquistati nei mercatini.
3- In Coppia Con Amore. Senza limiti di età, si possono vedere coppie tubanti in giro per la città che, unite dall'esperienza avventurosa, si sorridono guardandosi negli occhi. Dalle guance rosee o dai capelli bianchi, queste coppie si riconoscono per l'abbigliamento dai colori complementari e il leggero sfiorarsi dei corpi che, senza lasciarsi andare in pubbliche effusioni, non si allontanano mai troppo l'uno dall'altro. Se sono più attempati si fanno accompagnare in giro da giovani guide indiane, pronte a servirli in cambio di laute mance; se sono più giovani il ragazzo prende in pugno la situazione atteggiandosi a protettore della sua bella e portatore di bagagli.
4- Famiglie Fricchettone. Adorabili bambini biondissimi saltellano vicino alle lunghe gambe di altrettanto belli e biondi genitori. Inspiegabilmente le famiglie che viaggiano all'avventura nel mondo sono composte da persone molto belle; coppie stabili e indipendenti con bambini educati e creativi che appaiono a loro agio in qualunque situazione. La famiglia tipo che si può scorgere in territorio indiano, ha solitamente origini nord europee e ogni membro si fa carico del suo bagaglio personale, che varia di dimensione in base all'età. Oltre alle consuete mete turistiche, le famiglie si dedicano ad attività artistico-creative in modo tale da istruire i pargoli sulla cultura indiana e rendere le loro menti più aperte verso le culture del mondo. I genitori hanno sempre poche rughe sul volto.
5- Il Navigato (che dalla vita ha capito tutto). Incrociare lo sguardo di questi soggetti è quasi impossibile perché camminano a testa alta, sicuri di dove vanno perché "conoscono la strada" e hanno pena dei turisti comuni. Si trovano per lo più in zone remote delle città, lontani dalle mete più ovvie, hanno sulle spalle borse logorate dai loro viaggi, simbolo di chi il mondo lo conosce e lo ha esperito. Sono per lo più di poche parole e concentrano le loro energie in musica, arte e yoga. Sbocconcellano la lingua del posto e hanno amici un po' dappertutto, invidiati dal tipo 1 e dal 2 se ne tengono a debita distanza perché "le ossa bisogna farsele da soli". La loro cerchia di affetti è solitamente molto piccola o inesistente, mentre il livello spirituale e religioso si manifesta nella recitazione a dovere di mantra e preghiere nei templi. Sanno muoversi tra i rituali e le usanze indiane e i loro stomaci sono in grado di accettare qualunque tipo di cibo o bevanda.

Il denominatore comune tra tutti i tipi resta il fatto che cercano, più o meno consapevolmente, di modellarsi sulla cultura indiana: abbandonano velocemente i modelli da cui provengono per accogliere fuori e dentro di se tutte le sfumature di questa terra. Dall'abbigliamento al controllo dell'energia, tutto diventa necessario e reale. Le precedenti usanze paiono insipide e vuote a confronto con i colori, i simboli e i rituali indiani, rispetto al calore che si spande dalla terra e dal cielo e fa apparire gelide le altre terre.
In questo approccio filosofico-spirituale del turista medio, l'indiano trova una miniera d'oro e i polli si fanno spennare storditi dalle mille novità che li circondano. Ridono dello straniero e non si fanno problemi a prenderlo in giro se compra carta igienica e bottiglie d'acqua rigorosamente sigillate. Sono così sinceri nel prendersi gioco del turista che quest'ultimo non può fare altro che accettare la sua condizione e lasciarsi abbindolare, sperando un giorno di essere accettato e poter entrare nella cerchia esclusiva degli indiani.

Ammetterlo mi provoca un certo dolore, ma faccio parte anche io di una di queste categorie, anche se non svelerò mai quale.

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