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Babel _

La storia che sto vivendo e raccontando si svolge in un bicchiere di succo di limone.
Concentrato a tal punto che la sola idea di berlo provoca una contrazione dolorosa delle papille; l'aspetto non è limpido se si guarda attraverso, ma sincero e salutare.
In questo succo fino ad ora hanno sguazzato principi dorati, cibi speziati e luoghi incanti, con avventure imbarazzanti ma dai toni esaltanti. In tutto questo ho sempre sentito la mancanza di un elemento fondamentale che oggi, finalmente, ho trovato in un angolo sperduto del mondo.
Con urgenza e profondo amore racconto la storia di Babel, la piccola principessa dimenticata.

Nel tuo nome è racchiuso il più grande e fallimentare esperimento umano, l'aspirazione al cielo e al posto degli dei. Mattone su mattone, cultura dentro cultura, hanno provato a erigere il colosso della conoscenza, accasciandosi infine su se stessi, sotto il loro stesso peso.
Questo nome che porti addosso non sai neanche chi te lo ha dato, lasciata così all'ingresso di una casa, che sapevi solo non essere la tua.
Quello che so del tuo passato finisce qui, ma dal sorriso con cui mi sei venuta incontro il primo giorno, ho osservato ogni sfumatura dei tuoi grandi occhi scuri che guardano al cielo come qualcosa di non così distante.
Mi immagino la mattina che, aprendo il cancello, ti hanno trovata li davanti e ti hanno accolta, sicuramente con affetto ma anche con un prezzo. Vivi in un "periodo di prova", svolgendo svelta le mansioni di casa, provando a non perdere il sorriso per non farti sfuggire neanche una goccia del loro amore. Non sei davvero della famiglia e questo lo sai bene, ogni fibra del tuo corpicino ossuto si protende verso i loro cuori, dove hai un posto speciale ma vieni sempre seconda.
Non ti manca nulla, anche se a scuola hai già smesso di andare, sei felice delle tue filastrocche che, pettinandomi i capelli "troppo corti", mi hai insegnato. In ogni nostro gioco sei sempre dovuta correre via a fare qualche lavoretto, mai spensierata fino in fondo, vedi e fai cose che nel mio mondo sono riservate agli adulti, ma tu devi imparare ad essere una Donna.
Gestire i bisogni di un'intera famiglia della quale non condividi il sangue per poi lasciarla, andare in moglie e prenderti cura della famiglia di tuo marito, ancora una volta non tua e non più seconda, ma ultima.

I colori sono stati il nostro primo modo di comunicare, imbrattate ed euforiche hai deciso che potevamo essere amiche e in quel momento ho sentito il fluire della tua energia frizzante: i miei occhi non potranno più confonderti, neanche tra una folla indiana.
Corone di fiori, caccia ai serpenti, danza, solletico, yoga, tutto è diventato un motivo per stare insieme: io cercando di darti il massimo e sognando di portarti via, tu cercando in ogni gesto l'attenzione di "mamma e papà".
Non sei la torre di Babele ma la sua principessa assoluta, sovrana di un posto perfetto che esiste solo nell'immaginazione.

Queste righe sentimentali non volevo scriverle così e la frustrazione che provo nel non riuscire a racchiudere Babel nelle parole, è la stessa che ho provato standole vicino e capendo che io non posso darle qualcosa di meglio perché quello che ha è già il suo destino migliore. Per come è iniziata la sua storia in questo mondo è fortunata, intromettersi sulla sua strada sarebbe come guardare un fiore appassire lentamente in un vaso e sentirsi orgogliosi.
Ancora una volta quando penso di avere qualcosa da dare mi ritrovo sommersa di doni; quando credo di insegnare mi accorgo di essere seduta in un banco e che alla cattedra si trova una bambina. 

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