Se dovessi ancora portare le giustifiche a scuola per i ritardi, la compilerei in questo modo: il soggetto ventenne post università non è in grado di gestire le prime “cose serie” che la vita gli mette davanti (lavoro-a singhiozzo se sei fortunato, soldi-un giorno arriveranno, puntualità-prima non mi serviva, responsabilità- xanax a garganella) e si trasforma in un essere arruffato, scostante e privo di qualunque rispetto delle scadenze. Come immagine userei quella di un bambinetto dalle cosce grassocce che barcolla a braccia tese verso la mamma e, momento di pura ilarità, finisce per schiantarsi faccia a terra a due centimetri dall'arrivo. Fine della premessa. C'è una storia che sto seguendo da tempo ma che fino ad oggi non ho mai raccontato, troppo gelosa per lasciarla andare. Durante l'ultima puntata però, la storia si è dimostrata così adulta e formata che sarebbe ingiusto continuare a tenerla nel taschino. Avete presente l'ordine? Quello mania...
E ti rispondo che non posso rispondere, devi cercare da te. (Walt Whitman _ Foglie d'Erba)